L'editoriale
Cari radicali, l'antipolitica è stata anche roba vostra
Grillo è arrivato buon ultimo: tra Giannini qualunquista e lui c’era stato Pannella, fustigatore del sistema della politica. Messaggio alle pattuglie del No referendario scatenate contro la riforma costituzionale
Ora sembra che l’antipolitica l’abbiano inventata i grillini, e le pattuglie del “no” referendario, compresa la piccola scalpitante guarnigione radicale capitanata dalla signora Bonino e dai suoi seguaci già capezzoniani, si scatenano contro i miei novissimi alleati strategici Di Maio, Buonafede e Toninelli. Col cavolo, miei cari Cesaretti amatissima, miei cari Roccuzzo supergrafico stylish, miei cari Loquenzi eloquente e sonnolento Della Vedova, l’antipolitica è passata dalle vostre parti e un po’ da tutte le parti, tranne le mie che voto sonoramente il mio banale “sì” alla riduzione del numero dei parlamentari. Ve lo ricordate il referendum pannelliano, del caro buon Pannella sempre rimpianto, contro il finanziamento pubblico dei partiti? Ve le ricordate le veementi tribune contro l’ammucchiata, cioè il sistema dei partiti bollato di consociativismo e condannato in blocco come cupola partitocratica? Grillo arrivò buon ultimo, tra Giannini qualunquista e lui c’era stato Marco il fustigatore del sistema della politica, quello che si tirava fuori e spingeva per il crollo, con tutti i suoi allievi, cattivi allievi di lui buon maestro. La vena antipolitica è una tipica risorsa italiana che ha principiato con i diplomatici e mercanti fiorentini della buona società guicciardiniana, quelli che avevano capito meglio di Machiavelli di che stoffa era l’Italia del Cinquecento, e praticavano il particulare di una rassegnazione politica snob all’antipolitica.
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- Giuliano Ferrara Fondatore
"Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.