Sorpresa: il populismo è diventato infetto
Elezioni e riforme. Lo show dei politici in lotta contro il populismo degli altri
Populista a chi? Se si sceglie di osservare senza schemi ideologici gli ultimi scampoli di questa doppia campagna elettorale (regionali e referendum) e se si accetta di paragonare poi questa campagna con quella più famosa che precedette la nascita di questo Parlamento (4 marzo 2018) non si potrà non notare un fatto interessante, e divertente, che costituisce forse la vera novità della fase politica che sta vivendo oggi l’Italia: la progressiva trasformazione del populismo nel principale nemico pubblico del nostro paese. C’è stata una stagione in cui i politici italiani rivendicavano con orgoglio la propria appartenenza alla cultura populista e basta scorrere la timeline di questa legislatura per ritrovarsi di fronte a diversi casi di esponenti politici impegnati a combattere più l’antipopulismo che il populismo. Giuseppe Conte fino a un anno e mezzo fa rivendicava spesso “la natura populista di questo governo”. Lo stesso faceva Salvini (“Populista a me? Un complimento”). Lo stesso faceva Meloni (“Meglio populista che servi”). Lo stesso faceva Di Maio (“Il M5s è populista, né di destra né di sinistra”). Il dato curioso di questa doppia campagna è che non c’è un solo leader che non si senta in dovere di comunicare con solennità ai propri elettori di essere lui, e non un altro, il vero unico e originale argine contro la deriva populista degli avversari.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitaleLe inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioniOPPURE
- Claudio Cerasa Direttore
Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.