Il privilegio di servire il pubblico attraverso un giornale obbliga a dire la verità, non sempre, ovvio, guardatevi da chi è infettato dalla verità, ma nei periodi di pandemia sì, senz’altro. Bisogna che i compatrioti si decidano a obbedire all’autorità, al governo, e lasciamo stare la Costituzione e le riforme istituzionali e la legge elettorale. Autogoverno, quando gira come un pipistrello un virus di cui non si conoscono l’origine, la natura, il comportamento, la cura, non significa che ognuno fa quel che gli pare: significa che tutti obbediscono agli ordini del capo del governo, che è lì per volontà di autogoverno di un parlamento eletto dai cittadini e di un capo dello stato. Io so, altro che Pasolini, perché siamo il centro mondiale del contagio, altro che Wuhan, e ho le prove per di più: ci piace parlare, gesticoliamo, ci tocchiamo in continuazione da bravi meridionali del mondo, e parliamo, parliamo, parliamo, con tutte quelle goccioline che fuoriescono dalle nostre boccucce democratico-liberali e sovraniste. Se fossimo soli e malinconici come i personaggi di Edward Hopper, o silenziosi come nei bistrot di Ginevra e Parigi, dove anche gli innamorati teneramente si tacciono gli uni agli altri, e le famiglie pensano alla loro fede senza chiesa, il contagio sarebbe infinitamente minore. Ma quando arrivarono i telefonini, me lo ricordo come fosse ora, il vecchio Wall Street Journal si domandò perché in Italia avessero il triplo del successo che avevano altrove, gli apparecchi e le bollette, e si rispose con tono da dominazione imperiale umiliante: Italians love talking.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE