Giancarlo Giorgetti (LaPresse)

La Lega incredibile

Redazione

La linea pro euro di Giorgetti non è credibile con Borghi, Bagnai e Zanni

E’ molto interessante l’intervista al Corriere di Giancarlo Giorgetti, perché segna una certa consapevolezza sulla pericolosa deriva estremista presa dalla Lega negli ultimi anni. Così se una volta nella destra con Giorgia Meloni si faceva la gara a chi era più antieuropeista, ora c’è una competizione ad apparire moderati. “Noi non vogliamo uscire dall’euro”, ha detto con chiarezza il numero due di Matteo Salvini. Ribadendo il concetto in maniera più decisa quando gli si chiede del ruolo dei no euro Borghi e Bagnai: “Io sono il responsabile degli Esteri della Lega. E se dico che non usciamo, non usciamo. Punto”. Quei due non contano nulla, è il senso del messaggio. La professione di fede europeista raggiunge il culmine quando Giorgetti parla di Mario Draghi come prossimo presidente della Repubblica: “Draghi è il personaggio italiano che in giro per il mondo potrebbe parlare con qualsiasi interlocutore al suo stesso livello. Se dovesse ritirarsi al mare o in montagna sarebbe una perdita per l’Italia”. Parole apprezzabili. C’è solo un enorme problema di credibilità. Sul tema euro bisogna ricordare che Borghi e Bagnai sono i responsabili economici della Lega, che da anni indicano la linea a Salvini e che la Lega si è presentata alle ultime elezioni proponendo agli elettori di uscire dalla moneta unica. Lo stesso Giorgetti è l’autore di una mozione approvata al congresso della Lega che propone lo smantellamento della zona euro per “tornare quantomeno allo status pre-Maastricht” e indica, come extrema ratio, l’uscita dall’Unione europea. Quanto all’apprezzamento di Draghi, l’esponente più importante della Lega a Bruxelles è Marco Zanni, discepolo dei profeti no euro Borghi e Bagnai e scelto dal partito di Giorgetti come presidente del gruppo parlamentare di estrema destra Identità e democrazia. Ebbene, Zanni è il deputato europeo che – nonostante le ripetute figuracce – ha per anni contestato Draghi, definendolo tra le altre cose come un “signore” che dice “falsità”, “stronzate” e “scempiaggini”. Giorgetti può annunciare il nuovo corso “europeista”, ma finché la Lega avrà il volto di Borghi, Bagnai e Zanni non sarà credibile.