Matteo Salvini (foto LaPresse)

La Lega moderata un tubo

Redazione

L’uomo forte di Salvini in Europa dice che la Brexit è un’opportunità

Proprio ieri, su queste colonne, parlavamo dei mal di pancia della prima fila della dirigenza leghista nei confronti della linea no euro abbracciata da Matteo Salvini, che ha causato al partito isolamento europeo e diffidenza agli occhi dell’elettorato moderato italiano e degli investitori internazionali. E parlavamo della necessità, se si vuole rendere credibile l’abbandono di quella linea autolesionistica per il paese (e per la Lega), di scaricare le figure che incarnano quella visione e che tuttora occupano ruoli e incarichi di primaria importanza: i presidenti di commissione Bilancio e Finanze e responsabili economici del partito Claudio Borghi e Alberto Bagnai e il presidente dei deputati europei Marco Zanni. Ebbene, proprio il presidente del gruppo della destra radicale ed euroscettica Identità e Democrazia è intervenuto in plenaria al Parlamento europeo dove si è votata l’ennesima risoluzione favorevole a una possibile proroga sulla Brexit.

 

E l’intervento di Zanni – convinto no euro, per anni tormentatore dello stesso Mario Draghi ora elogiato dai vertici del Carroccio – dimostra che non c’è alcuna svolta nella Lega: “Il vero punto della Brexit è la paura che qualcuno possa mostrare un’altra via e che il Regno Unito possa dimostrare che si può stare meglio fuori dall’Unione europea. E’ una libera scelta dei cittadini britannici e noi abbiamo l’obbligo di rispettarla”. Non si comprende perché, nella visione dell’eurodeputato leghista, il Parlamento europeo dovrebbe rispettare la decisione delle istituzioni britanniche e quelle britanniche non dovrebbero rispettare le scelte – altrettanto democratiche – del Parlamento europeo. Ma soprattutto non si comprende perché Zanni sia più appassionato alla causa della Brexit, rispetto all’interesse dell’Unione europea e dell’Italia, che proprio a causa del no deal cercato dai brexiteers, rischia di perdere – secondo le stime dell’Ocse – mezzo punto di pil entrando in recessione. Se la Lega è un partito che ritiene la disgregazione dell’euro e dell’Europa un obiettivo addirittura più importante degli stessi interessi italiani è bene che stia lontano dal governo.

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