Danilo Toninelli (foto LaPresse)

Toninelli è il M5s

Redazione

L’Italia non ha un problema con il ministro, ma ha un problema con il grillismo

Adesso sembra quasi che il problema del governo sia Danilo Toninelli. Dagli scontri verbali con Matteo Salvini “non all’altezza del ruolo che ricopre” alla risposta del ministro grillino secondo cui il vicepremier leghista “sembra un nano sulle spalle dei giganti che lavorano”, sembra che le difficoltà di convivenza siano dovute a questioni personali. Più nello specifico, secondo la Lega, al fatto che non sarebbe in grado di fare il ministro delle Infrastrutture. Di certo Toninelli, per usare un eufemismo, non ha dato prova di essere il più brillante della squadra: non ha alcuna esperienza di governo, non ha mostrato di avere – nonostante le 12 o 14 ore di lavoro al giorno – una grande padronanza dei dossier né una rapida capacità di apprendimento. Le numerose, ripetute e proverbiali gaffe poi hanno sicuramente intaccato la sua immagine pubblica e la sua credibilità. Ma il tema non sono le qualità personali di Toninelli, su cui c’è oggettivamente poco da discutere. Se fosse quello il problema basterebbe chiedere un rimpasto, una sostituzione del ministro con un altro esponente del M5s o della Lega più in grado di svolgere quella importante funzione. Se fosse stato quello il problema, Salvini avrebbe votato la mozione di sfiducia individuale contro Toninelli presentata dalle opposizioni proprio sul tema della Tav. E invece no, la Lega ha confermato, con il suo voto determinante, piena fiducia nel ministro riccioluto. E non perché nel frattempo è cambiato qualcosa, la crisi di governo nasce proprio sull’alta velocità. Ma perché il problema è politico. Toninelli esprime la linea politica del M5s e in questo non è affatto un incapace, ma è il miglior rappresentante dell’ideologia grillina. Non a caso Luigi Di Maio ha difeso a spada tratta tutte le posizioni del suo ministro, facendole diventare addirittura delle bandiere del partito. Per questo Di Maio, pur volendo a tutti i costi stare al governo, non può liberarsene. Così come Salvini non può liberarsi del ministro senza liberarsi del M5s. Toninelli è in un certo senso l’incarnazione del contratto di governo: il problema non è lui, ma l’alleanza gialloverde.

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