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Il salone dell'auto di Torino va a Milano

David Allegranti

A pesare sono state le posizioni dei consiglieri comunali del M5s e degli ambientalisti. Un altro straordinario successo dell'amministrazione Appendino

Roma. Il Salone dell’auto lascia Torino dopo cinque anni. Prossima fermata: Lombardia. Nuovo strepitoso risultato firmato dall’amministrazione Chiara Appendino, che perde un’altra manifestazione di successo. “Seguendo la nostra vocazione innovativa, abbiamo scelto per il 2020 di organizzare la 6ª edizione in Lombardia in collaborazione con Aci. Sarà un grande evento internazionale, all’aperto e con una spettacolare inaugurazione dinamica a Milano il 10 giugno 2020”, dice il presidente del Salone dell’Auto Andrea Levy.

 

A pesare sono state senz’altro le posizioni dei consiglieri comunali del M5s che, insieme ad alcuni ambientalisti, hanno chiesto di mettere fine al Salone dell’Auto che si tiene di solito al Parco del Valentino. I consiglieri hanno anche presentato una mozione per chiedere che il parco non venga più utilizzato per eventi fieristici. “So che che ci sarà un voto in Consiglio comunale, io voterò contro la mozione”, ha detto la sindaca. Quello del Salone dell’Auto è “un evento che quest'anno ha portato 700mila persone”. Migliaia di persone che saranno dirottate altrove, in Lombardia.

 

"Proprio nella giornata in cui è stata celebrata Torino Città dell’auto, con i bellissimi festeggiamenti per gli 80 anni di Mirafiori e la nuova linea di montaggio per la Fiat 500 elettrica, la notizia del trasferimento del Salone dell’Auto a Milano mi lascia sconcertato e molto amareggiato", commenta Dario Gallina, Presidente dell’Unione Industriale di Torino. "Stiamo perdendo l’ennesima opportunità: le polemiche e le sciagurate posizioni di questa maggioranza non fanno che allontanare tutti gli eventi dalla nostra Città, lasciandoci in eredità una Torino sempre più isolata e meno attrattiva. Spero che la Sindaca - che solo questa mattina confermava il ruolo strategico di tutta la nostra filiera automotive - prenda una posizione netta e faccia di tutto per porre rimedio a questa situazione, mantenendo a Torino un Salone che appartiene al suo dna".

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  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.