Luigi Di Maio (foto LaPresse)

Così il M5s è diventato il partito dell'assistenzialismo

Il Cise analizza i dati delle Europee. Salvini triplica i propri consensi al sud e nelle isole. I grillini resistono nelle province dove è stata più alta la richiesta di reddito di cittadinanza

E ora, che succede? Se lo chiedono in tanti dopo il risultato delle elezioni europee. Dati che il Centro italiano studi elettorali della Luiss ha analizzato offrendo alcuni elementi di analisi utili per capire cosa potrebbe accadere. Il primo riguarda il “profilo” della nuova Lega che ha raggiunto il 34,3 per cento dei consensi.

 

Matteo Salvini sembra aver vinto la propria scommessa di trasformare la Lega in un partito nazionale in grado di rappresentare tanto il nord quanto il sud. Infatti secondo il Cise, rispetto al 2018, il Carroccio ha moltiplicato i suoi voti per 1,5 al nord, per 2 al centro e per più di 3 al sud e nelle isole. Non solo, scorrendo la lista dei 20 comuni in cui il partito di Salvini è cresciuto di più, quello che colpisce è che si trovano tutti nelle circoscrizioni sud e isole (tabella sotto). Questa vittoria “geografica” si unisce a quella politica (ora i rapporti di forza all'interno del governo si sono completamente ribaltati) e a quella “partitica”. Perché, come spiega il direttore di Luiss Cise, Lorenzo De Sio, adesso Salvini “ha una possibile maggioranza alternativa”. E potrebbe bastargli un'alleanza con Fratelli d'Italia per ottenere il 40 per cento nel sistema proporzionale e conquistare il 70 per cento al maggioritario.

 

 

E il M5s? Ha perso è su questo non ci sono dubbi. Ma se al nord ha di fatto dimezzato i propri voti, al sud il calo è stato di un terzo. Insomma, nel disastro complessivo, è nel Mezzogiorno che si è concretizzata la “resistenza” a Cinque stelle. Il Cise ha cercato di indagare questo fenomeno e ha evidenziato che, se nel 2018 il M5s aveva ottenuto i suoi migliori risultati nella zone con percentuali più elevate di disoccupazione, stavolta è stato premiato dalle province dove c'è stato il maggior numero di domande di reddito di cittadinanza. 

  

Attenzione, però, incrociando le variabili, il Cise sottolinea che “le domande di reddito di cittadinanza spiegano il voto al M5s anche togliendo il controllo della disoccupazione dal modello, mentre il tasso di disoccupazione non spiega il voto al M5s (come invece accadeva nel 2018) anche quando eliminiamo la percentuale di domande di reddito di cittadinanza”. “Questo – conclude l'analisi – ci dice che nel 2018 il M5s era il partito che più di ogni altro riceveva consensi nelle aree con una maggiore domanda di attenzione ai temi sociali. Nel 2019, invece, sembra che il M5s abbia resistito soltanto nelle aree dove è più forte la domanda di assistenzialismo, perdendo la sua capacità di presa nelle aree che, seppur socialmente ed economicamente svantaggiate, sembrano manifestare una domanda di lavoro più che di sussidi”.

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