Un comizio di Matteo Salvini al cinema di Aversa (Foto LaPresse)

Il programma della Lega per le europee? Come il cucchiaio di Matrix

David Allegranti

“È sul sito”. “Lo presenta Salvini a Milano”. Nessuno conosce le proposte per il voto del 26 maggio  

Roma. Il M5s ha presentato i “10 punti per le elezioni europee del 26 maggio”. Il

">Pd ha lanciato “le 10 idee per la nostra Europa”. Persino Forza Italia ha prodotto 12 proposte per “una nuova Europa, un nuovo occidente”. E la Lega? Non pervenuta, forse troppo impegnata con il concorso “Vinci Salvini”. Trovare il programma di Matteo Salvini per le elezioni europee che si terranno fra meno di due settimane è un’impresa ardua. Anche perché non c’è (almeno fino a ieri sera era così). Non è sul sito Internet ufficiale, dove sono reperibili solo i manifesti carichi di buonsensismo (“Prima l’Italia! Il buonsenso in Europa”; “L’Italia rialza la testa”) ma non le proposte. Ora, sarà pure vero che i programmi elettorali non li legge più nessuno, ma perché un elettore interessato a conoscere le idee della Lega sull’Europa non può informarsi come avviene negli altri casi su cosa il segretario intende portare all’europarlamento? Salvini ci aggiorna regolarmente sulle sue colazioni e sulle sue cene, ma non ci rende edotti del programma con cui intende sfidare la perfida Bruxelles. Proviamo a chiedere in giro.

  

 

Magari – ipotizziamo – qualche autorevole dirigente della Lega sa qualcosa che noi non sappiamo. E chi più autorevole di Guglielmo Picchi, che è sottosegretario con delega agli Affari Esteri? Buongiorno Picchi, sa dove possiamo trovare il programma della Lega per le europee? “No”, dice il deputato fiorentino con un passato in Forza Italia. Proviamo allora con chi lavora nei gruppi parlamentari. “Su legaonline.it c’è?”, chiedono dal Senato. Ci rivolgiamo dunque al senatore Manuel Vescovi, che rimanda sempre al sito della Lega, dove, come ormai ampiamente noto ai più, non c’è niente. Proviamo dunque con qualcuno dei candidati all’europarlamento. Loro devono saperlo per forza visto che devono spiegare ai cittadini perché votare Lega il 26 maggio. “Il programma lo spiega Salvini in piazza Duomo a Milano il 18”, dice Susanna Ceccardi, sindaca di Cascina, candidata alle Europee nonché consigliera di Salvini al ministero dell’Interno, che sintetizza così le proposte: “Meno burocrati, meno banchieri, meno buonisti, meno barconi”.

  

 

Insomma, basta B: messaggio in codice per il Cav.? Comunque, che il programma sia inutile lo certifica anche Salvini, tant’è che, come ci ha appena spiegato Ceccardi, lo presenterà a una settimana dal voto. “Di solito i programmi dei partiti sono fatti per dare la linea agli attivisti/militanti”, dice al Foglio Leonardo Morlino, professore ordinario di Scienza della Politica alla Luiss. “In alcuni casi, quando si ha in mente un partito con forte leadership e che si vuole senza militanti, si usa il programma come lancio per le elezioni. Ad esempio, il contratto con gli italiani firmato da Berlusconi da Vespa. Salvini ha la stessa strategia in mente. Però attivisti e militanti nella Lega ci sono. Come reagiranno alla trasformazione organizzativa del Capitano?”. Un tempo quantomeno uno poteva farsi un’idea del programma leggendo i tweet di Claudio Borghi, avanguardia no-euro sbarcata in Parlamento ma rimasta fregata dal governo felpa-stellato, adesso bisogna rivolgersi a Marco Zanni, ex M5s e da pochi mesi responsabile Esteri della Lega.

 

Domenica scorsa, in un comizio a Trescore, provincia di Bergamo, Zanni (con accanto Borghi e Alberto Bagnai) ha illustrato il piano d’attacco della Lega alle Europee. Anche qui zero proposte ma molti slogan sì: “Noi in in Europa abbiamo bisogno di rappresentanti che prima di tutto mettano l’interesse del proprio paese. Perché così fanno tutti, così è giusto e perché chi parlava di interesse europeo in maniera consapevole ha finito per consegnare pezzi del paese ad altri che forse non volevano e non vogliono il nostro bene”. Dunque, ha spiegato Zanni, “questa è l’idea che vorremmo noi per l’Europa dopo il 26 maggio, un’Europa fatta di stati sovrani, spazi democratici che sono stati costruiti non in maniera artificiale ma con un processo storico, culturale, socio-economico che è durato dei secoli e da cui noi non possiamo prescindere oggi”. Nella perfida Bruxelles invece hanno altre idee, ha aggiunto il responsabile esteri della Lega, “vogliono che ci sia un paese con grandi imprese multinazionali, con grandi conglomerati bancari transnazionali e non accettano il fatto che invece un paese possa funzionare anche con un tessuto di piccole e medie imprese, con un tessuto di banche del territorio che tengono il contatto con il territorio e hanno la percezione della struttura produttiva del nostro paese”. Sì, ma il programma? Non c’è.

 

Al massimo si trovano, seminascoste, delle linee guida del Menl, il Movimento per un’Europa delle nazioni e della libertà, di cui la Lega fa parte in Parlamento europeo. Al primo punto c’è il “rispetto del principio di democrazia” (si vede che c’erano dei dubbi da chiarire): “Il Menl e i suoi membri basano il loro progetto politico sulla conformità con i principi democratici e con la Carta dei diritti fondamentali, rifiutando pertanto qualsiasi affiliazione nel passato o nel presente, nonché qualsiasi connessione o simpatia per qualsiasi progetto autoritario o totalitario”. Al secondo punto c’è la “sovranità”: “Il Menl ritiene che la sovranità degli Stati e dei popoli, appoggiandosi alla collaborazione fra le nazioni, sia una soluzione. Rifiuta pertanto qualsiasi politica volta a creare un super-stato o qualsiasi modello sovranazionale”. Insomma, il programma della Lega è come il cucchiaio di Matrix: non esiste.

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