Il futuro del Pd di Zingaretti passa dagli elettori della Lega
Il governo gialloverde ha procurato danni all’Italia. Serve un patto tra i due leader per le elezioni anticipate
Al direttore - Un patto tra Zingaretti e Salvini? Sono sobbalzato sulla sedia leggendo il titolo del Foglio di ieri. In realtà la tesi di Claudio Cerasa e cioè che Pd e Lega siano determinati a chiedere le elezioni anticipate nel caso di una crisi di Governo, è fondata. Di più. Corrisponde agli interessi del paese. In un contesto internazionale economico complicato, la gestione del contratto sottoscritto dai due azionisti, Lega e M5s, nove mesi fa, ha procurato ulteriori danni all’Italia. Su politica estera, economia, politica industriale, ambiente, infrastrutture, fisco, diritti civili, le tensioni tra i due attuali vicepremier sono state e sono costanti. Ormai anche le più raffinate tecniche di comunicazione non riescono ad occultare la realtà: vince la collaudata e stantia politica del rinvio sui problemi più importanti. Il costo di questa incertezza è scaricato sulle spalle delle persone, delle famiglie e delle imprese italiane. L’Italia, dopo essere uscita dalla più grave crisi economica del dopoguerra, rischia di deragliare di nuovo. Mettere al centro il lavoro contrastando le disuguaglianze deve essere la madre di tutte le battaglie del nuovo Pd.
Per questo domenica scorsa in tantissimi hanno votato alle primarie del Pd. Votando Zingaretti segretario per cambiare il Pd, ma anche perché preoccupati per il futuro del paese. Un voto da interpretare correttamente. Giovani e studenti pochi. Vero. Ma il 40 per cento di over 65 e l’84 per cento istruito testimonia, prima di tutto, la preoccupata consapevolezza di quelle persone proprio per l'avvenire dei loro figli e dei loro nipoti. Non frequento i social. Domenica però ho passato ore e ore, girando nei 5 seggi della mia città, Varese, dove Zingaretti ha preso il 70 per cento, ascoltando soprattutto le persone e tentando di rispondere alle loro inquietudini. Di infondere fiducia. Il nuovo segretario del Pd ha sostenuto che la “Lega nasce per rappresentare l’Italia produttiva, ma la Lega di Salvini è altra cosa. Nazionalista e regressiva. Odio e paura non generano Pil e benessere”. Finalmente. Su contrasto al razzismo e difesa dei diritti umani non ci devono essere titubanze, ma lotta politica e ideale. Schiena diritta, sempre. Ma è facilmente dimostrabile come Salvini abbia tradito persone, famiglie e imprese del nord e, quindi, vada inchiodato di fronte alle sue responsabilità.
Tra settembre e dicembre 2018 i fondi, anche a causa delle sue intemperanze verbali, hanno perso circa il 20 per cento. Conseguenze solo per i ricchi? Non scherziamo. E’ stato colpito al cuore il risparmio di molti ceti popolari, compreso quello del lavoratore che, andato in pensione, lì ha investito la sua liquidazione. Gli sgangherati attacchi a Germania e Francia sono stati rivolti ai primi due paesi nei quali le imprese lombarde esportano i loro prodotti. Nel 2017 sette imprese lombarde su dieci hanno aumentato il loro fatturato. La tendenza negli ultimi mesi, tuttavia, è cambiata.
La produzione industriale a dicembre 2018 ha segnato un crollo. L’export andrebbe difeso come le pupille degli occhi. Nel Sistema Moda, che comprende anche tessile e accessori diversi, per esempio, la Francia è il nostro primo mercato. Il 66 per cento del totale. Nei primi dieci mesi del 2018 abbiamo venduto ai cugini di oltralpe 5,6 miliardi di euro di prodotti. In questo contesto tu ti metti a fare il “fenomeno” con Macron? Salvo innestare, poi, goffe retromarce.
Tra giugno e settembre 2018 l’Italia ha perso due formidabili commesse. Una in Australia con le fregate Fremm e una negli Usa con gli addestratori. Due sconfitte brucianti dovute alle sconcertanti scelte strategiche internazionali, non certo alla qualità dei prodotti, eccezionali. Con pesanti conseguenze su produzione, indotto e occupazione in settori qualificati dove l’Italia è un’eccellenza mondiale. E’ cosi difficile capire che in questi settori senza nuovi prodotti, dovuti a ricerca e sviluppo, in pochi anni rischiamo di compromettere il prestigio guadagnato nel mondo in un secolo di successi? E invece abbiamo in questi due settori fondi già destinati che non sono ancora operativi a causa delle ambiguità del governo. Capisco che la cultura del controllo non è il nostro forte, ma il silenzio dell'opposizione è davvero inspiegabile.
Infrastrutture. Sorvolo sulla surreale vicenda Tav che tutti conoscono. Zingaretti ha fatto bene a richiamare Lega e Governo alle loro responsabilità. Della Pedemontana Lombardia si conosce meno. L’unico tratto realizzato è quello finanziato con risorse pubbliche destinate dal governo Prodi nel 2006. Da anni siamo all’immobilismo, con conseguenze pesanti per una delle aree più dinamiche e produttive d'Europa. Danni alla competitività delle imprese e all’ambiente a causa del collasso del traffico.
E Salvini che governa la Lombardia da quattro lustri? Parla del Milan, del festival di Sanremo, di case chiuse. Intendiamoci, anch’io non disdegno i paragoni calcistici. Mi è stato chiesto come mai, avendo lanciato l’idea un po’ di anni fa dell’Ulivo del nord, sostenevo un segretario romano. Al mio amico rossonero ho risposto così: se il Milan avesse avuto la possibilità di acquistare Totti dalla Roma o il centravanti dell’Atalanta tu cosa avresti scelto? Ma queste sono battute. Con le battute e gli slogan non si governa un grande paese. Lo spazio non permette di affrontare il tema della cosiddetta autonomia differenziata. Se il Pd saprà costruire una sensata proposta riformista, anche su questo tema sarà semplice smontare gli slogan della Lega incatenata nella sua scelta nazionalista, dimostrando che la logica delle satrapie non farà mai emergere nel sud una nuova e fresca classe dirigente di cui l’Italia avrebbe bisogno come l’ossigeno.
Salvini è di Milano, così come la Casaleggio Associati. Da qui deve partire l’attacco più convinto alle contraddizioni del nuovo sistema di potere. Non va dimenticato che un anno fa il centro destra ha stravinto in regione Lombardia, nonostante il centrosinistra amministri tanti capoluoghi, a partire da Milano. Un lavoro, se non è fatto bene, non è un lavoro. Questa è la cultura prevalente in Lombardia che va interpretata e rappresentata. Anche per questo avevo cercato di svolgere bene il mio compito di tesoriere del gruppo alla Camera nella scorsa legislatura, lasciando i conti in ordine. Se il buongiorno, come si dice, si vede dal mattino, Salvini, con i suoi slogan, prevedo sarà costretto a fare i conti molto presto con le idee, lo stile e la concretezza di Zingaretti. Conti politici in questo caso, caro direttore Cerasa, che anche in una terra di confine come la mia, a 10 chilometri dalla Svizzera, potrebbero finalmente segnare una svolta.
L'editoriale del direttore