Matteo Renzi e Marco Minniti osipti a Mezz'ora in più (foto LaPresse)

Ecco la strategia di Renzi e Minniti per accerchiare Zingaretti

Redazione

Imprevedibile al momento l’esito delle primarie ma i renziani ritengono di avere la situazione sotto controllo. il nodo del sud e il mistero Delrio

E’ tutto pronto per la candidatura di Marco Minniti. La vecchia squadra dalemiana è già all’opera per lui: da Nicolino Latorre a Peppino Caldarola hanno già cominciato a lavorare ventre a terra. Ma sta lavorando, benché nell’ombra, anche Matteo Renzi. L’ordine di scuderia ai suoi è chiaro: è l’ex ministro dell’Interno il nostro candidato. Perciò anche Luca Lotti, che non aveva nascosto le sue perplessità su questa candidatura, si è messo in azione. A lui è affidato il sud, che può essere un bacino elettorale importante per Minniti. Renzi infatti in una chiacchierata con Andrea Orlando gli ha fatto presente che conquistando il meridione l’ex titolare del Viminale avrebbe vinto a mani basse contro Zingaretti.

   

Certo, il nodo del sud è ancora una volta Enzo De Luca: che cosa farà il governatore della Campania? Come si muoverà? Chi lo conosce bene è convinto che alla fine sosterrà Marco Minniti, con cui le affinità, anche sul tema dei migranti, sono maggiori.

   

Restano, per ora, un mistero le intenzioni di Graziano Delrio. L’entourage del capogruppo del Pd, che la settimana scorsa ha detto il suo ultimo definitivo no all’offerta di una candidatura prospettatagli da Matteo Renzi, fa trapelare che potrebbe votare per Matteo Richetti. Ma Renzi è convinti che alla fine “Graziano farà la cosa giusta”.

 

L’ex segretario del Pd è convinto che nella disfida degli iscritti non ci sarà partita tra Zingaretti e Minniti, anche se è stato notato un curioso aumento delle iscrizioni nel Lazio (un’inversione di tendenza rispetto al trend generale).

   

Imprevedibile, invece, almeno almeno al momento, l’esito delle primarie. I supporter dell’ex ministro dell’Interno temono che possano confluire su Zingaretti voti che non sono del Pd. Non è un mistero per nessuno infatti che il presidente della regione Lazio sia in buoni rapporti con la sinistra di Leu. Per evitare questo pericolo si sta pensando a primarie blindate dove ci si debba iscrivere all’albo degli elettori del Pd prima delle consultazioni.

      

Per il resto i renziani ritengono di avere la situazione perfettamente sotto controllo dal momento che hanno dalla loro sua il responsabile organizzativo del partito che il responsabile degli enti locali.