Governo Zequila

“Non ti permettere di nominare l’Italia! Mai più!”. Sovranismo in versione trash

Redazione

A lungo ci si è chiesti da molte parti chi potesse essere l’ideologo di questo “governo del cambiamento”, dell’ircocervo giallo-verde. Il politologo russo Alexander Dugin, ispiratore di Putin per via della sua “quarta teoria politica” sovranista e rossobruna. O forse l’americano Steve Bannon, lo stratega della campagna elettorale di Donald Trump e animatore dell’internazionale populista The Movement. Oppure il francese Serge Latouche, teorico della decrescita felice e dell’economia autarchica e anti-globalista. In realtà, il vero punto di riferimento ideologico e comunicativo di questo governo è Antonio Zequila, noto personaggio del trash televisivo dei primi anni duemila. E in particolare protagonista di un memorabile scontro con Adriano Pappalardo: “Non ti permettere assolutamente di nominare mia madre. Non ti permettere mai più! Mai più!!!!” urlava Zequila.

 

“Non nominare mia madre! Mai!!!”. Questo è il pensiero politico più profondo che si avvicina alle reazioni del governo nella dialettica internazionale. “L’Ocse non deve intromettersi nelle scelte di un paese sovrano”, ha detto il vicepremier Luigi Di Maio a un’organizzazione internazionale, di cui fa parte anche l’Italia, che ha il compito di dare consigli in materia economica e che ci ha solo suggerito di non toccare la riforma delle pensioni. “Moscovici si sciacqui la bocca prima di insultare l’Italia, gli italiani e il loro legittimo governo!” ha detto l’altro vicepremier, Matteo Salvini, al commissario per gli Affari economici europei. Ha ribadito il concetto Di Maio: “Non si devono permettere”, rivolto ai commissari Moscovici e Oettinger. Questo è il massimo dell’elaborazione politica, della discussione sul merito. Come Zequila contro Pappalardo: “Non ti permettere assolutamente di nominare l’Italia. Mai più!”. E forse non è un caso se tra gli ospiti di quell’epica pagina del trash televisivo italiano, tra Zequila e Pappalardo, Giucas Casella e Carmen Di Pietro, c’era anche l’attuale portavoce di Palazzo Chigi: Rocco Casalino.