Danilo Toninelli (foto LaPresse)

Toninelli dà i numeri sulla Tav

Claudio Cerasa

Il ministro non sa di non sapere e fingendo di sapere ciò che non sa si presta a cattive figure. Ma le cose sono molto semplici. I dati che ha citato ieri non riguardano l’alta velocità

Al direttore - Ogni riforma che riguardi il lavoro, dovrebbe essere portatrice di norme propositive per il rilancio del mercato del lavoro. Una riforma che dia dignità al lavoro è quella che combatte e a fa emergere il lavoro nero e che contrasta la flessibilità cattiva. Servono poi misure incisive per far riattivare la crescita economica tra cui il decentramento del nostro sistema di contrattazione collettiva e l’introduzione di tutele economiche, professionali e un’assistenza effettiva e intensiva nel mercato del lavoro a favore dei lavoratori che hanno perso il posto di lavoro. Solo così si può realizzare un mercato del lavoro dinamico, capace di stimolare lo sviluppo delle imprese, oltre che di tutelare l’occupazione e l’occupabilità dei cittadini.

Andrea Zirilli

 

Per pensare alla crescita serve tutto questo ma serve anche non sottovalutare cosa sta combinando questo governo sulla partita della Tav. L’incertezza produce sfiducia. La sfiducia produce inaffidabilità. L’inaffidabilità produce un allontanamento di investimenti e una fuga verso l’estero di capitali. Ieri il ministro Toninelli ha dichiarato di essere pronto, sulla Tav, “a valutare tutte le ipotesi, anche lo stop all’opera”. Poi ha detto, ad Agorà su Rai 3, che in Italia “un chilometro di tav costa sessanta milioni di euro contro i venti milioni francesi” e si è chiesto “il differenziale di 40 milioni chi se l’è preso?”. Infine, nel pomeriggio, si è corretto e, alla Camera, ha detto che in Italia un km “costa trenta milioni mentre in Germania e in Spagna tredici”. Toninelli non sa di non sapere e fingendo di sapere ciò che non sa si presta a cattive figure ma le cose sono molto semplici. I dati a cui fa riferimento Toninelli non riguardano l’alta velocità ma il così detto tunnel di base ovvero una tratta di valico composta prevalentemente da gallerie. E anche se Toninelli non lo sa i costi di costruzione della galleria del Moncenisio che parte dall’Italia sono paragonabili ai costi di opere gemelle come il tunnel del Gottardo e quello del Brennero. Il costo di costruzione per ogni canna della galleria del Moncenisio (86 milioni a km) è pressoché identico a quello registrato per il Monte Ceneri in Svizzera (costo per ogni canna della galleria pari a 83,8 milioni di euro a km). E’ pressoché identico a quello registrato per il Gottardo, in Svizzera (costo per ogni canna della galleria pari a 90,3 milioni di euro a km). E’ pressoché identico a quello registato per il Lötschberg, in Svizzera (87 milioni a km). Fossimo in Toninelli, piuttosto che dare numeri, perderemmo qualche minuto a capire i numeri. E per capirli sarebbe meglio ascoltare il commissario di governo per la tratta dell’Alta velocità Paolo Foietta che ieri ha preso a sberle il ministro in modo semplice ed efficace: “I dati che cita il ministro riguardano un generico rapporto tra i costi dell’Alta velocità in Italia rispetto agli altri paesi e nulla c’entrano con la Torino-Lione. Fare un chilometro nella pianura francese è ben diverso che bucare l’Appennino come abbiamo dovuto fare noi per collegare Bologna a Firenze, tanto per fare un esempio”.

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  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.