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Siena brucia

David Allegranti

Pasticci grillini. Il M5s di Siena, escluso, denuncia l’ostracismo del M5s: “Ci hanno esiliati”

Roma. “Finita male? In realtà non sappiamo neanche come è finita”. Michele Pinassi, storico attivista del M5s a Siena e consigliere comunale, è stato candidato sindaco nel 2011 e nel 2013. E’ molto amareggiato, perché i Cinque stelle non hanno dato la certificazione alla lista e il M5s non potrà presentarsi alle prossime amministrative di giugno. Uno smacco non indifferente, specie se consideriamo che Siena è la città del Monte dei Paschi (pane per i denti dei grillini). “Non abbiamo avuto alcun tipo di feedback - dice Pinassi al Foglio - l’unica cosa che sappiamo è che c’è stato un silenzio totale: non abbiamo la più pallida idea di quale siano i motivi e di quali possano essere le cause. Lo staff non ci ha dato alcuna risposta”. Peraltro, dice Pinassi, “avevamo pre-raccolto le firme e preparato tutta la documentazione necessaria. Molte persone, per solidarietà e affetto, hanno poi preteso di firmare ben sapendo che non sarebbe servito a nulla, hanno sottoscritto la lista perché volevano testimoniare la loro vicinanza al nostro gruppo”.

 

Ma proprio nessuno da Roma s’è fatto sentire? Neanche Alfonso Bonafede? Eppure Beppe Grillo andava spesso a denunciare i comportamenti del centrosinistra senese. “No, nessuna spiegazione. Devo dire la verità: non è arrivato neanche un messaggio di solidarietà da parte di alcuni portavoce con cui nei mesi passati abbiamo avuto rapporti per vicende importanti come il Mps. E’ come se fossimo scomparsi. Nessuno ci ha scritto. Siamo delusi: motivazioni non ce ne hanno date, non abbiamo avuto nessun tipo di contatto, siamo delusi da questo ostracismo. E’ come se fossimo stati esiliati”.

 

Ma c’entra qualcosa il fatto che a suo tempo abbiate preso posizione contro alcune candidature in parlamento del M5s, da Leonardo Franci (iscritto alla Lega) a Salvatore Caiata (già dirigente del Pdl a Siena)? “Mi auguro di no. Noi abbiamo fatto ciò che qualunque buon padre di famiglia avrebbe fatto, cercando di tutelare e rispettare sia i portavoce sia gli elettori. D’altronde sono stati gli stessi elettori a contattarci chiedendo spiegazioni sulla candidatura di Caiata. Quindi noi ci siamo limitati a riportare un disagio che i cittadini senesi ci avevano segnalato a fronte di questa candidatura. Lo abbiamo fatto in modo ufficiale. Ci auguravamo che queste segnalazioni venissero prese in considerazione e venissero utilizzate per evitare quello che poi abbiamo visto tutti. Volevamo evitare alcuni eventi che hanno messo a disagio e in imbarazzo i Cinque stelle. Non voglio pensare che siamo stati puniti per questo”. E ora che farete? Darete indicazioni di voto per qualcuno? “Non abbiamo mai dato indicazioni di voto e credo che non lo faremo neanche questa volta. Non c’è mai stato un ‘piano b’. Non abbiamo mai valutato né di presentarci come lista civica autonoma né di appoggiare o appoggiarsi a un’altra lista. Nel 2013 al ballottaggio dicemmo di andare al mare. Questa volta diremo di andare subito su Marte. Anche per evitare illazioni, visto che qualcuno pensa che la nostra vicenda sia strumentale per favorire alcune candidature”.

 

Ma è possibile che lo staff del M5s non vi risponda? “E’ assolutamente possibile. Del resto, tutto è possibile e non ci stupiamo più di niente. Ma per il momento vogliamo essere fiduciosi che lo staff risponda alla nostra richiesta di chiarimenti e motivazioni. Vogliamo capire se da parte nostra, seppur non volendo, c’è stata qualche tipo di mancanza. Certo se una spiegazione non dovesse arrivare, lo riterremmo un atto particolarmente grave. Ma proprio per questo siamo fiduciosi e aspettiamo motivazioni concrete e accettabili”. Ma sareste pronti anche a uscire dal M5s? “Queste sono valutazioni che faremo quando riceveremo una risposta”.

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  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.