Romano Prodi (foto LaPresse)

Capire i sondaggi sul M5s

Redazione

Prodi ci ricorda perché la vera sfida è ancora tra centrodestra e centrosinistra

“Sapete benissimo che ho sempre lavorato per l’unità del centrosinistra. E quindi io solo questo posso ripetere”. E poi: “Liberi e uguali non è per l’unità del centrosinistra. Punto”. E ancora: “Renzi, il gruppo che gli sta attorno, il Pd e chi ha fatto gli accordi con il Pd sono per l’unità del centrosinistra”. Infine sull’ipotesi di una grande coalizione: “Non rispondo più. Grazie”. Lo stile pacato, misurato ed essenziale ricorda quello del maestro Yoda di “Guerre stellari”, e in effetti, per il ruolo avuto e per la saggezza che gli riconoscono, Romano Prodi è un po’ il maestro dei Jedi del centrosinistra.

 

Sul tema del voto e della faida a sinistra tra Pd e Leu le dichiarazioni del fondatore dell’Ulivo rilasciate ad Affaritaliani due giorni fa sono inequivocabili, ma sarebbe davvero riduttivo leggerle come un appoggio al Pd o una presa di distanza da Leu. Le parole di Prodi non sono un attestato di simpatia nei confronti di Renzi o una manifestazione di antipatia nei confronti di D’Alema, ma il frutto di una lucida lettura del quadro politico, in cui l’ex presidente del Consiglio vede ancora come pilastri della competizione elettorale, e più in generale della democrazia italiana, le due coalizioni che si sono fronteggiate durante la Seconda Repubblica: centrodestra e centrosinistra.

    

Non si tratta solo dell’auspicio di un ritorno agli anni dell’Ulivo e della Casa delle libertà, ma è la constatazione di un dato di realtà, emerso alle elezioni del 2013, e confermato dai sondaggi attuali: il centrodestra è la prima forza e il centrosinistra, seppure in difficoltà, è la seconda. Il M5s è il terzo polo. Tutto ciò che, a sinistra, rompe l’unità e indebolisce il centrosinistra avvantaggia il M5s e il centrodestra. “Guerra non fa nessuno grande”, direbbe Romano Yoda.