I destini incrociati di Lannes e De Bonis: la battaglia del grano del M5s

Alessandro Berrettoni

Uno è un blogger complottista, l’altro il presidente di Granosalus, nemico giurato del glifosato e ora candidato all’uninominale in Basilicata

Chiamiamola “la battaglia del grano”. I protagonisti sono Gianni Lannes, “scrittore, fotografo, documentarista, esploratore, subacqueo, ex giornalista, più di tutto: uno spirito libero”, come si descrive nel suo blog “Su la testa” e Saverio De Bonis, presidente dell’associazione Granosalus, che si pone l’obiettivo di verificare gli standard di qualità della pasta a protezione delle semole di grano duro, ora candidato per il movimento 5 stelle al Senato, per l’unico collegio uninominale della Basilicata.

 

Sedotto e abbandonato dal grillismo, Lannes ora continua a combattere le sue battaglie in solitaria, dal suo spazio virtuale dove parla delle “bombe speciali” all’uranio, depositate nei mari italiani, di scie chimiche e di vaccini, tutti argomenti che evidentemente fanno presa sull’elettorato “movimentista”. Senza scomodare Nenni, ché la purezza si sa, ormai è sopravvalutata persino negli ambienti M5s, Lannes è protagonista di una vicenda che spiega perfettamente quanto gli innamoramenti politici siano fugaci tra i grillini. Una storia che ricorda quella di Stefano Montanari, che Nicola Biondo e Marco Canestrari, autori del libro Supernova, definiscono come la “prima vittima” di Beppe Grillo. Montanari fu ospitato durante la tournée Incantesimi e poi nel blog, dove furono raccolti 370mila euro per acquistare un microscopio Esem, che sarebbe poi servito alla moglie, la dottoressa Antonietta Gatti per le sue ricerche sulle nanopatologie. Così Lannes, utilizzato dal Movimento, ospitato nel blog e poi lasciato a se stesso. 

 

Oltre al fatto in sé, è interessante ripercorrere le tappe che hanno portato prima il Movimento 5 stelle Europa a pubblicare sul blogdellestelle un’inchiesta sull’attentato al grano italiano, condotta dallo stesso Lannes insieme a De Bonis, e poi alla denuncia dell’ex giornalista contro la disinformazione di Granosalus, motivandola così: “Occhio a quelli che dicono una cosa ma poi ne fanno un’altra”.

 

Gennaio 2017

 

“Ai primi di gennaio ho ricevuto un’email da Liliana Stea, un medico di Bari”, racconta Lannes. Una conoscente che “mi chiede di dare una mano all’associazione Granosalus”. E’ a quel punto che il presidente di Granosalus, Saverio De Bonis, lo contatta, chiedendo “con insistenza” di “realizzare un’inchiesta sull’importazione di grano straniero in Italia”. La proposta viene in seguito approvata dall’assemblea dell’associazione, a cui segue una ricerca sul campo, tant’è che “Granosalus il 16 marzo presenta una relazione in Parlamento citando espressamente l’indagine”.

 

25 marzo 2017

 

A Foggia si tiene una tavola rotonda organizzata dalla parlamentare europea 5 stelle Isabella Adinolfi, intitolata “Ripartiamo dalla terra”. Partecipano fra gli altri alcuni esponenti dell’M5s, il consigliere regionale pugliese Rosa Barone e il deputato Giuseppe L’Abbate, firmatario di un disegno di legge sull’etichettatura “delle farine di grano duro non raffinate o integre e dei prodotti da esse derivate”. Ci sono esperti del genere, medici, agronomi, in un confronto sul made in Italy “tra benessere dei consumatori e concorrenza sleale”. In quell’occasione Lannes espone un’anticipazione della sua inchiesta, ma “l’esperto di Granosalus Andrea di Benedetto” gli vieta di parlare del grano creso, che poi sarebbe una delle varietà accusate dai fanatici del complotto di aver causato un aumento del numero di casi di celiachia nonché uno dei punti che più sta a cuore, evidentemente, a Lannes.

 

11 aprile 2017

 

Sul blog del movimento viene pubblicata un’intervista a Gianni Lannes e Saverio De Bonis, dove si parla di “analisi choc”: la pasta di alcuni importanti marche italiane contiene tracce di contaminati dannosi per la salute umana. Il video non è più disponibile sul blog, dove però sono rimasti alcuni stralci della chiacchierata. “E’ in atto una guerra ambientale non dichiarata”, “carichi di frumento provenienti da paesi del terzo e quarto mondo e aree inquinate dalla radioattività” e così via. Il problema, secondo Lannes e De Bonis, è che “nei porti italiani entra di tutto e che non ci sono controlli”.

 

18 aprile 2017

 

Nel blog “Su la testa” Lannes denuncia quella che definisce la “censura” del movimento 5 stelle, che ha pubblicato “una mia intervista senza riferimenti all’inquinamento radioattivo, e inserisce all’interno dei miei filmati il logo M5s, come se fossero loro gli autori”. Nel frattempo De Bonis, racconta Lannes, “ha accampato scuse su pretesti per non pagare le spese di realizzazione del lavoro giornalistico da lui stesso commissionato. E’ bene che la gente sappia cosa è accaduto realmente dietro le quinte, da parte di chi ha tentato infruttuosamente di manipolarmi per i suoi fini reconditi e alla fine non ha saldato neanche il conto”. Il grano prima è radioattivo e poi no, Lannes prima va bene e poi no. Granosalus non commenta e dopo 48 ore decide di revocare l’incarico senza corrispondere alcun compenso. 

 

20 aprile 2017

 

“Granosalus revoca l’incarico a Gianni Lannes”. Così si legge sul sito dell’associazione. Motivo? “Le foto alle navi che arrivano al porto di Manfredonia le possiamo fare anche da soli, senza dare incarichi a presunti giornalisti d’inchiesta”. Lannes insomma è colpevole di non aver esibito le prove richieste a dimostrazione della sua tesi, un inadempimento “pregiudizievole alla filosofia associativa Granosalus”.

 

La corrispondenza di bellicosi intenti tra Lannes e il Movimento 5 stelle finisce qui. Sedotto, ingaggiato, abbandonato e mai pagato. Tutto nel giro di pochi mesi. Nel frattempo lui ha iniziato ad accusare i grillini di essere, ad esempio, troppo morbidi sui vaccini. Lannes continua a portare avanti le sue battaglie contro le scie chimiche e le multinazionali, dal suo spazio virtuale. De Bonis, invece, dal campo di grano passerà a quello politico. Non paracadutato, ma quasi. Pugliese di Foggia, è il candidato al Senato del movimento nel collegio uninominale della Basilicata, e “punta tutto su un’agricoltura nuova e sostenibile”,