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La competenza, la monnezza e le regole. Lombardi racconta il suo M5s

Salvatore Merlo

“I miei genitori votavano Msi, io scheda bianca”, “Grillo è con me”, “Raggi non è perfetta ma meglio di Zingaretti”, e Di Maio... La grillina parla di “regolamento di conti nel Pd” (e di armistizio con Raggi)

Roma. “L’alleanza tra Pietro Grasso e Nicola Zingaretti nel Lazio è un fenomeno di guerra interna al Pd. E’ un regolamento di conti”, dice Roberta Lombardi. “Fanno la guerra a Renzi. E infatti Grasso in Lombardia non si allea con Giorgio Gori, che è renziano. Guardi, è tutta una vicenda di capitale incoerenza. Quella di Grasso non è la sinistra: è la corrente antirenziana del Pd”. E insomma la candidata del Movimento cinque stelle alla regione Lazio, ovviamente, dice di essere lei l’unica che “non ha altre faccende per la testa, se non quella di andare a governare una regione complicata come il Lazio”.

 

Ma intanto l’impressione è che Lombardi sia lasciata un po’ da sola dal Movimento. Per Giancarlo Cancelleri, in Sicilia, Luigi Di Maio aveva battuto palmo a palmo tutta l’isola. E anche adesso la sua agenda sembra orientata molto più al sostegno di Dario Violi, il candidato in Lombardia. “Non mi sento affatto sola”, risponde lei. “Di Maio sarà con me a Viterbo, giovedì. E anche Alessandro Di Battista. E comunque io sono una persona diversa da Cancelleri e dal candidato della Lombardia… Sono una figura forte”. Cioè? “Ho una mia riconoscibilità, vengo da cinque anni di impegno sul territorio”. Ma quando dice “forte”, Lombardi allude anche un po’ al suo carattere, che talvolta l’ha resa antipatica. E c’è infatti chi dice, malignando, che se lei venisse eletta presidente della regione, nel M5s diventerebbe più importante di Di Maio. Addirittura. E questo provoca gelosie. “E’ ridicolo”, risponde lei. “Per me al primo posto c’è il movimento, non la carriera personale”, dice. Ma poi aggiunge che “ovviamente tutta la riuscita del progetto sarà una mia responsabilità”. E insomma forse un po’ sola lo è. Qualche settimana fa, Lombardi ha rimproverato i consiglieri regionali del M5s di non averla aiutata nel compilare il programma. Pigri e poco preparati. “Era una rampogna umorale”, dice adesso, con un sorriso. Ma il programma lei lo ha scritto con uno staff di esperti, esterni al M5s. C’è un problema di competenze nel M5s? “No. Siamo un’intelligenza collettiva”.

 

“Alcuni consiglieri mi hanno aiutata. Vede, quando un capo fa una rampogna, poi fa di tutta un’erba un fascio. Esagera”. E insomma dice di essersi un po’ pentita, Roberta Lombardi. “Ci sono stati consiglieri regionali che hanno lavorato e che hanno lavorato bene in questi anni”. Eppure, spesso, un problema di competenze si è posto, nel Cinque stelle. Per esempio, adesso, tra le dodicimila persone che si sono proposte per una candidatura con Grillo, guardando video e curriculum, si scoprono migliaia di tipi strani. Gente senza arte né parte. Scappati di casa, verrebbe da dire. Roba da cabaret, da trasmissione di Renzo Arbore.

 

Non sentite l’esigenza di una selezione della classe dirigente che non sia fondata sui clic? “Noi siamo la società civile. Sul serio. Non come Zingaretti. Che candida le figurine”. Va bene. Ma avete avuto anche quelli che credono alle sirene, e quelli che parlano di scie chimiche, nel gruppo parlamentare della Camera. “E allora dovremmo fare come fanno ‘quelli bravi e competenti’ dei partiti? Il loro sistema di selezione non è migliore del nostro. E non funziona”.

 

Quindi un tizio qualsiasi, con cento clic, diventa deputato, consigliere comunale o regionale. “Noi avremo anche fatto tanti errori”, dice Lombardi. “Ma per citare Andreotti, che ovviamente non è un mio punto di riferimento culturale: ‘Io forse non sarò all’altezza, ma non vedo giganti intorno a me’. E questo vale personalmente per me, ma vale anche per tutto il M5s”. Così lei sta dicendo che siete il meno peggio. “Sto dicendo che un sistema di selezione ce l’abbiamo. Sarà imperfetto, ma c’è. E non è peggiore di quello degli altri. L’intelligenza collettiva della rete sceglie”.

 

L’audio in cui lei criticava i consiglieri regionali del M5s è stato diffuso da qualcuno di questi consiglieri. Non sembra ci sia un bel clima tra voi. “C’è qualcuno che evidentemente non ha a cuore il progetto del movimento. Aver reso pubblica quella registrazione non ha danneggiato me, ma tutti. Però queste persone prima o poi vengono fuori”. I traditori? “Alla fine le persone che si comportano così, in un luogo così piccolo, vengono fuori da sole”. Si rivelano. E li allontanate. In Parlamento, nei primi mesi, appena eletti, avete perso una quarantina di parlamentari, che sono andati a destra, nel Pd, nel misto… “Molti li abbiamo cacciati. La cosa che ci rende diversi dagli altri, dai partiti, è il rispetto delle regole. Delle nostre regole. Chi non le rispetta fa bene ad andarsene o facciamo benissimo a mandarli via noi. Il principio di deroga alle regole è l’anticamera dell’illegalità”. O dell’autoritarismo. “Macché autoritarismo”. Non avete sbagliato mai nulla? “Non siamo perfetti. Ma siamo gli unici che hanno un programma scritto dai cittadini. E non c’è nessun’altra forza politica che in questo momento sta parlando di programma e di temi”.

 

Come va con Virginia Raggi? “Molto bene, grazie”. C’è un’ampia letteratura giornalistica intorno ai suoi rapporti con la sindaca di Roma. “Voi siete fantasiosi”. Siete nemiche. “C’è stato un momento in cui non ero d’accordo con la Raggi. E lo dissi pubblicamente. Ma da lì c’è stata una mitizzazione”. Farà campagna elettorale con la sindaca? “Con Virginia stiamo lavorando sui temi. Strettamente. Stiamo lavorando al piano rifiuti, a quel piano che la regione non ha mai varato dopo la chiusura di Malagrotta. Costruiremo degli impianti. Non degli inceneritori, ma delle fabbriche per il riciclo dei materiali”. Raccolta differenziata. Intanto a Roma c’è la monnezza a ogni angolo di strada. “Inutile negare l’evidenza. Abbiamo avuto un problema a Natale, come succede ogni Natale da vent’anni a questa parte. Noi da un anno e mezzo ci stiamo attrezzando per riuscire a superare l’eredità di mancanza di impianti, mezzi e programmazione. E in un anno e mezzo abbiamo approvato e messo in funzione un piano. Una cosa che chi c’era prima non ha fatto”. E insomma Raggi non ha sbagliato nulla, colpa di chi c’era prima. Tutto? “Nessuno fa tutto bene. Nemmeno io. Però Virginia sta lavorando, colmando carenze che abbiamo ereditato”. Avevate promesso la rivoluzione, e c’è la monnezza per strada. Gli autobus che prendono fuoco… “La grande rivoluzione la valuteremo al termine dei cinque anni. E poi voi parlate tanto di ‘effetto Raggi’, ma non parlate mai di ‘effetto Zingaretti’. Io restituirei a ciascuno le sue responsabilità”.

 

E davvero Roberta Lombardi, in questa nuova veste di “amica” di Virginia Raggi, è molto simpatica. E persino (quasi) credibile. “Sono sincera”, dice ridendo. Intanto, in realtà, pare che sia stato argomento di discussione, nei mesi scorsi, se fare impegnare la sindaca di Roma in campagna elettorale o nasconderla. “Non è affatto vero”. Sicuramente vero è che il M5s è riuscito a evitare che la storia dei guai giudiziari della Raggi esplodesse in campagna elettorale, con la scelta di chiedere il giudizio immediato. “Se non lo chiedeva avreste detto che ritardava il corso della giustizia”. Ma è vero che è stata un’idea sua quella del giudizio immediato, onorevole Lombardi? “Non è vero affatto”. Un’ultima domanda: una volta lei ha detto di provenire da una famiglia di destra. Cosa votavano i suoi? “Msi, e poi An… Ma ora votano M5s”. Ci mancherebbe. E lei? “Io non ho mai votato prima di Grillo”. Mai? “Mai”. Intanto Grillo si è ritirato di nuovo. “Grillo è la nostra anima. E farà campagna elettorale con me".

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  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi erasmiana a Nottingham. Un tirocinio in epoca universitaria al Corriere del Mezzogiorno (redazione di Bari), ho collaborato con Radiotre, Panorama e Raiuno. Lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.