Carlo De Benedetti a Torino (foto LaPresse)

Fuoco amico in Largo Fochetti

Redazione

Un colpo dalla Stampa porta a chiedersi per chi CDB è ormai ingombrante

Carlo De Benedetti ha ricevuto un colpo dalla Stampa, quotidiano che insieme alla “sua” Repubblica fa parte del gruppo Gedi, presieduto dal figlio Marco. A partire dalle intercettazioni telefoniche emerse durante la commissione d’inchiesta sulle crisi bancarie, un articolo severo ricostruisce l’operazione con cui l’Ingegnere ha guadagnato 600 mila euro, investendone 5 milioni, su titoli di alcune banche popolari quotate in previsione di un rialzo derivante dall’imminente approvazione della riforma del settore da parte del governo Renzi. CDB aveva sentito Renzi per informarsi. Come emerge dalle intercettazioni con il suo broker, CDB non sembra avere avuto dritte tali da configurare il reato di insider trading. Un’inchiesta giudiziaria in merito è stata archiviata. Il verbale di un interrogatorio del broker a Consob, unito alle tempistiche degli acquisti, potrebbe cambiare il risultato e magari configurare l’ostacolo alla Vigilanza. Per quello che si sa è stata un’operazione per realizzare piccoli guadagni rapidi, una “mosconata” in gergo di Borsa. Certo ieri CDB è parso sotto fuoco amico e chissà se il colpo è stato sparato con la soddisfazione dei soci della compagnia editoriale, gli Elkann-Agnelli. In ogni caso nessuno avrebbe colpito l’Ingegnere nel mirino fino all’anno scorso. John Elkann potrebbe assumere un ruolo decisivo in Largo Fochetti, ma il disegno si capirà. Negli affari Elkann dice di seguire il mantra di Jeff Bezos di Amazon: “Se quel che fai ha bisogno di un orizzonte temporale di tre anni per funzionare, sei in competizione con molte persone. Basta allungare l’orizzonte ed è possibile impegnarsi su progetti che altrimenti non sarebbe possibile perseguire”. In Amazon e in Exor “piantano semi per crescere”. E forse qualche grana.

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