Funerale Gianroberto Casaleggio a Milano (foto LaPresse)

Una cerimonia composta per dare l'addio a Casaleggio, tra slogan e qualche fischio

Redazione
I fedelissimi pentastellati fanno sentire la loro voce con cori e striscioni.

Applausi composti, un semplice brindisi tra simpatizzanti pentastellati, ma nessun tono sopra le righe. Il Movimento cinque stelle oggi ha fatto sentire una sola voce, quella che ha accompagnato il feretro di Gianroberto Casaleggio al grido di “onestà, onestà”. Nella basilica di Santa Maria delle Grazie a Milano il funerale del leader spirituale del Movimento si è svolto così, con la partecipazione dei familiari, del direttorio, dei fedelissimi, tutti accompagnati da una folla numerosa. Molti di loro non ce l’hanno fatta a entrare in chiesa, ma sono comunque riusciti a srotolare uno striscione con la scritta "Realizzeremo noi il tuo sogno" fuori dalla basilica, striscione che poi è stato appeso a una cancellata.

 

 

I più vicini a Casaleggio lo hanno ricordato parlando di lui, come il figlio Davide, che ha detto: “Aveva l'audacia di vedere il futuro prima degli altri, anche quando nessuno ci credeva. Fino all'ultimo - ha ricordato - è andato in ufficio a piedi, fino a quando ce l'ha fatta. La sua mania erano i dettagli, era un grande lavoratore”. Anche Emanuele Fiano, responsabile nazionale pd, e Lorenzo Guerini, vicesegretario dem, hanno partecipato al funerale, ma al loro arrivo sono stati accolti dai fischi. Intanto, il Movimento cerca di ricomporsi e di trovare una direzione, una bussola. La cerca nelle previsioni, negli appunti e nelle idee lasciate dal loro guru, ma forse oggi è ancora presto per organizzarsi. Da domani, i pentastellati dovranno ritrovare la loro stella perduta. Gli altri partiti aspettano una loro mossa.

 

 

 

Così Claudio Cerasa ha risposto alle lettere dei lettori sulla morte di Gianroberto Casaleggio

 

Al direttore - La Terza guerra mondiale, il lavacro dell’umanità, distruggere tutto per ricominciare. Ora Di Maio.
Giuseppe De Filippi

 

Sono sicuro che l’Angelino Alfano del Movimento 5 stelle ci regalerà grandi sorrisi e diventerà presto, con grande concretezza, la perfetta spalla comica del dottor Grillo.

 

Al direttore - In democrazia uno vale uno, come si conviene tra i pari, ma noi siamo impari e la quantità è nemica della qualità, io sto con Eraclito che diceva che uno vale diecimila; per Casaleggio uno (lui solo) vale tutti gli altri. E’ la nuova tirannia tecnocratica, quella che fa intendere che basta un clic per divenire attori, mentre è vero il contrario. La vera democrazia non è schermata, la libertà di parola consegue a quella di pensiero (se si trova qualcuno che ne abbia almeno uno), la rete come la televisione ammette solo sincopi di idee e di parole… e poi il possesso degli strumenti della comunicazione e del consenso decide dei rapporti politici in uno stato. Si è tanto combattuto Berlusconi per le sue televisioni e il suo conflitto di interessi e si acconsente al dispotismo cibernetico senza colpo ferire. Il possesso del linguaggio web è il latinorum del futuro. I partiti sono in disarmo, perchè non è più la parola viva a stabilire relazioni, ma quella alienata dagli strumenti di comunicazione. In ultima istanza solo il conflitto bellico riuscirà a mettere in comunicazione reale gli uomini, cosa che sta già avvenendo e che spiega la disaffezione dei cittadini alle deliberazioni sui diritti fondamentali che li riguardano, si aspetta che “dopo lunga tenzon si venga al sangue”, solo così ci si sveglierà dal sonno dogmatico della ideologia sociologica o tecnologica che sia.
Luca Sorrentino

 

I commenti appassionati che santificano lo scomparso Casaleggio come l’uomo che ha cambiato l’Italia (eh?) dimenticano di ricordare un passaggio non secondario dell’ideologia grillina: il principio di uno vale uno non è un’utopia politica, è un magnifico e spensierato imbroglio ideologico. Chiaro?