Manifestazione per i diritti civili #svegliatiitalia a Roma (foto LaPresse)

Questo matrimonio non s'ha da fare

Salvatore Merlo
Perché il ddl Cirinnà può evaporare grazie al teorema Nitto Palma: “Questo ddl Mattarella non lo firmerà”. La legge è piena di contraddizioni, dicono. Una grana persino per il Pd. "Credo che questa legge sia una sciocchezza, che sia completamente sbagliata: è incostituzionale, è irrazionale, ed è discriminatoria nei confronti delle coppie di fatto eterosessuali".

Roma. Lo descrivono come il cattivo intelligentissimo, colui il quale avrebbe machiavellicamente selezionato la relatrice della legge sulle unioni civili Monica Cirinnà coltivando la segreta speranza che la senatrice, digiuna di diritto e d’esperienza (“in effetti è svolazzante”), scrivesse una legge completamente da cestinare, opzione adesso diventata parecchio realistica (“ma non è vero, io non immaginavo facesse il pasticcio che ha fatto, lo giuro”). E di lui dicono pure che abbia voluto calendarizzare la legge sulle unioni civili proprio in Senato, dove i numeri di Matteo Renzi ballano, per rendere così più difficoltoso l’iter del provvedimento (“e questo è solo parzialmente vero. Io la legge la volevo fare, ma bene, ed è per questo che la volevo incardinata al Senato dove il Partito democratico e il Movimento cinque stelle sono meno forti”). Ma chissà.

 

Insomma Nitto Francesco Palma, sessantasei anni, ex ministro della Giustizia con Silvio Berlusconi, ex presidente della commissione giustizia e senatore (di Forza Italia? “Vedremo”) viene raccontato come una specie di Lex Luthor, “ma non sono cattivo…”. Pausa. Tono ironico: “…intelligentissimo, sì”. E allora il senatore ricostruisce l’intricata, confusa vicenda che ha portato il Pd ad annunciare emendamenti correttivi alla legge che si vota domani e persino il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ad adombrare l’ipotesi dell’incostituzionalità.

 

La legge è scritta male, è piena di contraddizioni, dicono. Una grana persino per il Pd. Dica la verità, senatore Palma, lei l’ha scelta apposta Monica Cirinnà: le sembrava sufficientemente inadeguata per il ruolo. “No guardi, Monica Cirinnà se la sono cercata loro, nel Pd. Me la indicò Beppe Lumia. E io ho eseguito. L’ho solo nominata, non l’ho scelta. Certo, devo dire che adesso trovo divertente il fatto che la senatrice sia protagonista e sostenitrice della cosiddetta ‘stepchild adoption’ e della maternità surrogata, proprio lei che a Roma, da Delegata del sindaco per le politiche dei diritti degli animali, aveva prodotto un regolamento nel quale si vietava espressamente il distacco dei cuccioli di animale dalla mamma prima dei due mesi di vita”. Una contraddizione. “Lei che dice? La senatrice Cirinnà si è molto immedesimata nel suo ruolo, con un fare molto… come dire… svolazzante. Ecco. Leggo su Repubblica che il ‘peso della felicità altrui’ non la fa dormire la notte. Io avrei preferito che si fosse scritta una legge migliore”.

 

[**Video_box_2**]E qui però il senatore Palma fa una pausa, forse gli vengono in mente le immagini dei dibattiti televisivi di questi giorni. Dunque riprende, abbassando la voce di un tono: “Ma per converso trovo un po’ surreali anche le critiche di Forza Italia. Qua il dibattito è tutto superficiale, strumentale e ideologico”, dice. “Il liberale partito di Forza Italia dov’è stato in questi mesi, in cui si discuteva di unioni civili? Quale posizione liberale ha espresso Forza Italia? Se ne sono accorti adesso che c’è la legge, ora che si vota. Ma è dal 2013 che se ne parla”. Gasparri, Brunetta… vanno molto in televisione. “E sarebbe meglio che non ci andassero. Per parlare di una cosa bisogna conoscerla. Qua non si tratta di esprimere una posizione bigotta o clericale. A me su questo non possono rompermi le scatole. Io sono anarchico, laico e radicale. E penso pure che sia doveroso dare una tutela ai conviventi omosessuali, anzi l’avremmo dovuto fare prima…”. Tuttavia. “… Tuttavia credo che questa legge sia una sciocchezza, che sia completamente sbagliata: è incostituzionale, è irrazionale, ed è discriminatoria nei confronti delle coppie di fatto eterosessuali. Quando fai una legge devi calarla nell’intero ordinamento, devi porti il problema: ma ci sta, o forse non s’incastra?”.

 

E questa legge non s’incastra? “Così com’è scritta, il presidente Mattarella non la firma. E questo è già chiaro. Guardi, è un matrimonio senza le pubblicazioni: viene officiato da un funzionario di stato civile, come il matrimonio. E si scioglie con un divorzio, come il matrimonio. Tutto ciò è ‘leggermente’ proibito dalla Costituzione. La Costituzione la puoi cambiare, ma non aggirarla. Inoltre c’è un pasticcio bestiale sulle adozioni, che fa entrare questa legge in conflitto con un’altra legge che vieta esplicitamente la surrogazione di maternità prevedendo fino a due anni di reclusione. Il nostro ordinamento prevede diritti e doveri per i genitori, ma non prevede il diritto a diventare genitori. Non bastasse questo, nella legge c’è anche un problema evidente di discriminazione sessuale. Per quale motivo le coppie omosessuali dovrebbero essere sottoposte a una disciplina molto più forte di quella che si applica alle coppie di fatto etero? Perché, se io convivo con un uomo, posso adottare un bambino, e se invece convivo con una donna non posso adottare? E’ assurdo. E discriminatorio. Palesemente”. E questo è “merito”, diciamo così, del relatore, la signora Cirinnà. “In gran parte sì”. Certo che è stata scelta con sapienza: la signora Cirinnà sembra disegnata apposta per far saltare in aria la legge. “Ma non è stato fatto apposta. Tuttavia se tornassi indietro, io incardinerei ancora la legge al Senato”. E perché? “Perché il Pd lì è meno forte. Il Senato è il posto dove ci sono più margini per ragionare. Almeno in teoria”. Perché in teoria? “Perché questo calcolo di opportunità vale se Ncd e Alfano fossero coerenti con quello che dicono”. E invece? “E invece fanno finta di niente”. Senatore Palma, ancora non si capisce se lei tutto questo l’ha fatto apposta o no. “Le giuro che non l’ho fatto apposta”. Silenzio sospeso, e sorrisetto da Lex Luthor.

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  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.