(foto Ansa)

Piccola posta

Il calendario è cambiato ma la tradizione tiene duro, a Odessa

Adriano Sofri

La cosa peggiore di tutte è quella di minare il mare, un sacrilegio

Odessa, 19 gennaio. Che la situazione del Mar Nero sia radicalmente cambiata è evidente anche a un passante come me. L’altroieri, dal lungomare odessita di Langeron, ho contato a occhio nudo undici navi mercantili, alcune in movimento, altre in coda per entrare in porto.
Prima del cambio di calendario che ha uniformato le festività dell’ortodossia ucraina, Natale ed Epifania, alle date di cattolici e protestanti, sottraendole all’obbedienza russa, il 19 gennaio era l’Epifania – la Teofania. E la tradizione odessita voleva che si facesse il bagno, credenti e no, donne e uomini, nelle acque (azzurre) del Mar Nero. Il calendario è cambiato, ma la tradizione tiene duro. Non so se ci fosse una origine più antica, quella religiosa riguarda il Battesimo di Cristo, nella stessa data dell’arrivo dei Magi e delle nozze di Cana. Oggi ha certo un senso di riconsacrazione laica. Non c’è sacrilegio peggiore infatti, che quello di minare il mare.
Il meteo ha concesso un’indulgenza speciale: da meno 1 a più 9. Sabato tornerà sotto i 5. Ma saranno già all’asciutto.

Di più su questi argomenti: