(foto Ansa)

Piccola posta

I russi bombardano la bella Odessa: viva o morta

Adriano Sofri

Tre feriti, con i droni Shahed forniti ai russi dagli ayatollah. Shahed vuol dire martire, e martiri è cio che devono diventare i loro bersagli

Il mio pezzo di ieri diceva fra l’altro che a Odessa i bombardamenti sono rari, e che non meritavo la reputazione remota di trovarmi sotto le bombe. Era vero, salvo che qualche ora dopo i russi hanno spedito sulla città un certo numero di Shahed, che sono i famigerati droni forniti a Putin dagli ayatollah, il cui pio nome vuol dire “martire”, e mirano a martirizzare i loro bersagli. Di notte, di norma, quando la gente sta a casa, e prova a dormire. Il tiro è durato un’oretta attorno alle due, con un rigurgito verso le cinque. Tre persone sono state ferite in pieno centro, e almeno per loro mi scuso. Il fatto è che ho un pregiudizio, una specie di speranza capziosa: che quando i russi (chi siano “i russi” è chiaro, vero?) omettono di bombardare Odessa c’è da preoccuparsi, che sia un segno di rinnovato appetito per la sua “conquista”. Ma i miei interlocutori ridono delle mie machiavellerie. I russi bombardano anche la bella città che smaniano di conquistare. Viva o morta.

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