Odessa - foto Ansa

Piccola Posta

Morire a Odessa a Capodanno

Adriano Sofri

La città è deserta, tira un vento freddo. Lo scoppio dei petardi si mescola con la pioggia di droni Shahed iraniani: in questo primo giorno dell'anno ne sono stati lanciati 90 

Odessa, 1° gennaio. Poche cose. Alle 7 di mattina, due signore si sono tuffate nel Mar Nero, un pianista di strada ha suonato allegramente con la sua pianola portatile sulla spiaggia. 

La città è rimasta vuota, tira un vento freddo, poi i postumi della notte di Capodanno e della nuova pioggia di droni – gli Shahed iraniani, che portano il nome pio di martiri, benché a finire martirizzati siano gli altri, lucus a non lucendo. Se non c’è del metodo, nella follia russa, c’è senz’altro una meschinità infantile. Il giorno fu vuoto di scoppi, fino a un’oretta prima della mezzanotte (confiscata del resto dal coprifuoco), quando cominciarono i botti degli Shahed e la replica della contraerea, proseguiti per un’altra oretta, il gusto di salutare anno vecchio e nuovo. Gli Shahed perfezionati hanno ora un potenziale esplosivo molto maggiore, che li rende quasi competitivi con i missili, e decisamente vantaggiosi quanto ai prezzi. Tre Shahed sono andati a segno – su tutta l’Ucraina, nel primo giorno dell’anno ne sono stati lanciati 90, e 87 sono stati intercettati.

In un quartiere di Odessa un uomo ha avuto il tempo di prendere in braccio il suo cane appena prima dell’esplosione: il cane è morto, l’uomo è ricoverato in rianimazione. In un altro edificio cittadino un giovane era andato a fumare sul balcone, il drone ha sfondato il tetto, il balcone è crollato, il giovane è morto. In un’altra casa esplosa, a una donna superstite coperta di polvere bianca dalla testa ai piedi come uno spettro, salve le fessure degli occhi, un funzionario cittadino accorso ha chiesto: “Come va?”, lei l’ha guardato e ha detto: “Ma sei tutto scemo?” Bazzecole così, quanto ai morti e feriti. 

Quanto ai primi nati dell’anno nuovo non saprei dire, se non per l’ospedale principale della città. Là nessun nuovo nato, nessuna nuova nata. E’ ragionevole pensare che una donna vicina al parto cerchi di andare altrove in tempo, nel resto d’Europa, a mettere in salvo due vite. Nella settimana precedente al 25 dicembre, erano nati a Odessa 119 piccoli, 67 maschi e 52 femmine. 

(Una dirigente sanitaria dice che anche il numero di aborti è crollato, forse perché sono crollati gli scambi sessuali, con tanti uomini al fronte e licenze così scarse).

 

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