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Piccola posta

La società dei liberi si nutre di galera come i vetrai dei vetri rotti

Adriano Sofri

E' ciò che sta attorno a giustificare il numero di criminali e di detenuti, non viceversa

Fra i meccanismi che hanno storicamente portato al sistema carcerario, alla sua ipertrofia e alla sua irriducibilità al senso di umanità e al buonsenso pratico c’è l’interesse di una vasta gamma di categorie che del carcere vivono: e non sono soltanto né tanto i carcerieri. Uno che avesse il talento di Jonathan Swift potrebbe raccontare, piuttosto che la galera come specchio della società, la società come rendita materiale e culturale della galera. Si potrebbe raccontare il sovraffollamento della società come una vorace funzione del sovraffollamento della galera. Non è il numero di criminali, veri o presunti, e di detenuti, veri, a giustificare il numero di carcerieri giudici avvocati poliziotti impiegati giornalisti preti fornitori assistenti geometri fabbri ferrai legislatori e usufruttuari psicologici, ma viceversa. La società dei liberi si nutre di galera come i vetrai dei vetri rotti, e non di rado paga qualche scugnizzo perché la preceda a tirare sassi.

(Scritto trent’anni fa, venti, dieci, oggi, domani). (Buon anno: 1964, 1984, 2004, 2024, eccetera).

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