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piccola posta

Se l'armocromia di Schlein fa più rumore di Bocchino e la medicina estetica

Adriano Sofri

L'ex parlamentare racconta di sua moglie e dei trattamenti estetici, ma nessuno lo nota. Sarà l'egemonia di sinistra che accende invece i riflettori sulla famiglia di Murgia e l'abbigliamento della segretaria dem 

Molte cose mi sfuggono. Quasi tutte. Ma ho letto Guia Soncini, e così non mi è sfuggito il brano di un’intervista al Corriere in cui Italo Bocchino, alla vigilia di un matrimonio con una giovane medica estetica, dice: “Ogni tre settimane, sono costretto a stendermi sul suo lettino per un’ora e mi fa trattamenti che non capisco e di cui non chiedo. Medicina rigenerativa, comunque. Soprattutto, il suo lavoro è difendere i miei capelli... Faccio il Prp: punture di plasma ricco di piastrine ottenuto centrifugando un prelievo di sangue. Giusi me lo inietta su testa, viso, collo, ovunque. Ne fa una questione di marketing familiare: io vado in tv e, se la gente mi vede invecchiato, ci fa lei una brutta figura. Avevo un pregiudizio perché in giro si notano solo gli eccessi della medicina estetica. Ma Giusi dice che quella fatta bene non si deve vedere: la gente deve pensare che hai il viso riposato o che sei innamorato”. Auguri, allora.

La carne è debole, mannaggia, e io ho letto parecchi libri, dunque ho trovato il modo di guardare una registrazione aggiornata di Bocchino, per farmi un’idea. Ne esce bene, molto somigliante a Joe E. Brown, il milionario signor Osgood Fielding di “A qualcuno piace caldo”, quello fantastico che alla fine balla con Daphne-Jack Lemmon, con una rosa fra i denti. Brown aveva allora 67 anni, Bocchino ora 55, ma nessuno è perfetto.

Ma il mio proposito era un altro, figurarsi se potrei mai cimentarmi con la frivolezza. Il fatto è che la circostanziata rivelazione di Bocchino ha riscosso, a stare a una rapida recensione di notizie di Google, un centesimo dell’attenzione e dei danni collaterali che si erano procurate Elly Schlein, menzionando laconicamente una sua amica che armonizza i colori, e Michela Murgia, informando cordialmente di essere viva e perciò mortale, come tutte e tutti, ma un po’ di più. Dev’essere questo, l’affare dei pregiudizi sessisti. Dev’essere questa, l’egemonia della sinistra.