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La corruzione nei settori della Difesa ucraina è un ostacolo al reclutamento di nuovi soldati

Adriano Sofri

Il nuovo pugno di ferro di Kyiv. Non è facile contare sull’adesione di nuovi uomini al fronte se le autorità sono pronte a lucrare anche sulla guerra e a starsene al caldo mentre i soldati muoiono in trincea

Odessa, dal nostro inviato. La nuova puntata della campagna contro la corruzione nei posti di più alta responsabilità dello stato ucraino è altrettanto spettacolosa della precedente. Azzerata la dirigenza dell’Agenzia delle dogane, i cui titolari sono accusati di traffici illegali per un valore complessivo vicino ai 400 milioni di euro. Estromessa la direttrice dell’Ufficio fiscale centrale, sospettata di aver rubato ed estorto a man bassa. Falcidiato di nuovo il ministero della Difesa, nel quale al viceministro Shapovalov sono stati associati nelle accuse i responsabili di dipartimenti economici, per un dirottamento di decine di milioni di euro. Inoltre ieri una nuova perquisizione è stata condotta nell’abitazione del famoso oligarca di Dnipro, Igor Kolomoisky, già “il più ricco uomo del paese”, già governatore dell’oblast’ di Dnipropetrovsk, già produttore della serie sul “Servitore del popolo” di cui Zelensky fu protagonista, già sostenitore della entrata in politica di Zelensky nella parte in cui aveva recitato.

A Kolomoisky si addebitano malversazioni passate che ammontano a un miliardo di dollari. Ed è stata perquisita la casa di Arsen Avakov, già potente ministro dell’Interno per oltre sette anni: nel caso di Avakov l’inchiesta riguarda l’acquisto di un numero di elicotteri Airbus nel 2017. Il riferimento allarmante è al disastro dell’elicottero incendiato e precipitato nella periferia di Kyiv facendo 14 morti, fra i quali un bambino, il ministro successore di Avakov, il suo vice e altri alti dirigenti dell’Interno. 

Per venerdì è fissato un incontro fra Zelensky e il suo governo e alti rappresentanti dell’Unione europea, che verterà sui tempi e le condizioni dell’ingresso dell’Ucraina nell’Unione. Fra le condizioni europee tiene un posto primario la lotta contro la corruzione endemica nel paese, sulla quale rilevazioni recenti segnalano un minuscolo progresso. Il capo del gruppo parlamentare del partito di Zelensky, David Arakhamia, ha ieri commentato: “Se qualcuno non è ancora pronto al cambiamento, ci penserà lo stato ad arrivare e aiutarlo a cambiare”. 

Questi provvedimenti governativi, e della magistratura e del servizio segreto, sono tuttavia a doppio taglio. Mostrano una deliberata e ostentata intenzione di procedere senza guardare in faccia a nessuno, come si dice, e però segnalano quanto sia diffusa e impudente la corruzione, e a che livelli. La scena descritta dalle indagini somiglia da molto vicino agli episodi più grotteschi della serie televisiva. C’è una conseguenza che non viene considerata come merita. Le accuse ai politici e ai dirigenti corrotti hanno una gravità micidiale perché hanno a che fare direttamente con lo stato di guerra e con la condizione in cui i soldati combattono. Mancata fornitura di strumenti personali di difesa, fornitura di strumenti, a cominciare dai giubbotti antiproiettile, di qualità scadente, sottrazione di risorse destinate a nutrire i militari, o anche qui forniture di bassa qualità sulle quali si è fatta la cresta. Bisogna davvero avere lo stomaco forte, in una trincea di Vuhledar, per inghiottire simili bocconi.

E non solo per chi nel fango della trincea è già sommerso. In Ucraina c’è un’attività di reclutamento. Si chiamano mobilitazioni, hanno un numero progressivo, non so più quale sia il numero della prossima: in realtà, trascorso il periodo in cui ci si affidava soprattutto all’esercito professionale e al volontariato, il reclutamento è permanente. Non è facile contare sull’adesione di coscritti che guardano lo spettacolo di autorità grandi e piccole così pronte a lucrare anche sulla guerra e a starsene al caldo. Non è facile, come insegnano le vecchie retoriche magnifiche canzoni. “L’imboscato guerrier nazionalista / Innaffia i suoi tartufi col Bordeaux / Il povero soldato trincerista / Son tanti mesi che non si sfamò”. “O vigliacchi che voi ve ne state / con le mogli sui letti di lana / schernitori di noi carne umana / questa guerra ci insegna a punir”. Eccetera eccetera.

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