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La sfilata dei soldati Potëmkin alla corte di Putin. Un'idea

Adriano Sofri

Opere di facciata sono sempre state comuni ai regimi cortigiani, compreso il ventennio fascista. Così avanza l'ipotesi che i militari attorno al presidente russo nel suo saluto di Capodanno fossero comparse, impiegate all’occorrenza per le sue uscite pubbliche

Odessa, dal nostro inviato. La guerra in Ucraina ripesca ogni tanto il disgraziato Grigorij Aleksandrovic Potëmkin, principe di Tauride. Lo disseppellisce, letteralmente, come nella Chiesa di Santa Caterina a Kherson, dove i militari russi alla vigilia della fuga ne hanno estratto le spoglie dalla tomba modesta in cui riposava – forse, e senza cuore e cervello e altri organi custoditi altrove – dopo che lo zar Paolo, figlio di Caterina II e geloso del rango che sua madre gli aveva concesso, volle vendicarsene. Reliquie buone per il culto futuro dell’impero russo, se sopravvivrà.

Di Potëmkin si riparla per la scalinata, per la corazzata, per il film di Ejzenštejn e quello di Fantozzi. E per gli omonimi villaggi, di cui si dice che facesse costruire estemporaneamente nel sud mediterraneo, con le facciate di cartapesta vuote dietro, una Cinecittà antenata, per ingannare Caterina in visita sul benessere delle nuove terre. E’ probabile che fosse una leggenda, e Caterina non era una che abboccasse facilmente. D’altra parte opere di facciata sono sempre state comuni ai regimi cortigiani, compreso il ventennio fascista. Ieri i giornali facevano l’ipotesi che i militari attorno a Vladimir Vladimirovic Putin nel suo saluto di Capodanno fossero comparse, impiegate all’occorrenza per le sue uscite pubbliche. Soldati Potëmkin. E’ un’id

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