Recep Tayyip Erdogan (foto LaPresse)

Erdogan ha rubato Istanbul

Adriano Sofri

Nella città è possibile partecipare alle elezioni, ma non è possibile vincerle

Penso che mai un furto abbia fruttato un bottino più ricco di quello che Erdogan e la sua Akp hanno appena portato via: hanno rubato Istanbul. Alla luce del sole, senza travisamenti, se non i panni di una Commissione elettorale che, smentendo la propria solenne proclamazione del risultato che già respingeva ogni genere di ricorsi, ora ha deliberato non che Imamoglu non abbia vinto e che abbia vinto Yildirim, ma che bisogna ripetere il voto. L’appiglio, questa volta, se ho capito bene, è che in alcuni seggi fossero in servizio dei pubblici funzionari. Hanno rubato Istanbul, Costantinopoli, Bisanzio, Topkapi, Santa Sofia e tutto, altro che vendere la fontana di Trevi. Un parlamentare dello svaligiato Partito Repubblicano ha detto che in Turchia è lecito partecipare alle elezioni: è solo vietato vincerle. Constatazione che chiude la discussione su che genere di regime sia quello vigente in Turchia: democratico, autoritario, tirannico, totalitario… E’ un regime in cui, allo stato attuale, si può partecipare alle elezioni, è vietato vincerle. La ripetizione avverrà il 23 giugno. Hanno il tempo di reclutare i loro fedeli a fare da palo per il secondo colpo grosso. Sarà bene piazzare qualche palo anche di qua dalla linea del furto.

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