Una scritta antimonarchica nel giugno 1946 in vista del referendum istituzionale che fu celebrato il 2 giugno del 1946 (Foto LaPresse)

Al voto senza rossetto

Adriano Sofri

La mostra dell'Archivio Centrale dello Stato sull’importanza simbolica del primo voto delle donne nel 1946

All’Archivio Centrale dello Stato, magnifico luogo all’Eur, a Roma, c’è appena stata una manifestazione accompagnata da una mostra intitolata “Al voto senza rossetto”, sulla prima volta in cui le donne in Italia hanno esercitato il diritto di voto. Il titolo suggestivo è così spiegato: “Nel 1946 le donne italiane furono chiamate per la prima volta alle urne (senza rossetto sulle labbra, per non sporcare la scheda che doveva essere umettata e incollata, pena l’invalidazione) prima per le elezioni amministrative, poi per l’Assemblea costituente e per la scelta della forma istituzionale dello Stato”. L’8 marzo l’Archivio ha ospitato la proiezione di un film documentario di Silvana Profeta intitolato appunto “Senza rossetto”, che racconta l’importanza politica e simbolica di quel voto attraverso le testimonianze di alcune protagoniste. La mostra espone un titolo su quattro colonne della Voce repubblicana del 2 giugno 1946, sotto la dicitura “Vademecum per l’elettore”, che raccomanda piuttosto severamente: “Le donne si guardino dal lasciare tracce di rossetto”. Arrivò così il voto alle donne, tardi e senza rossetto. Non era che l’inizio.

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