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Il Foglio della Moda

Il ruolo dei privati nella formazione sul made in Italy

Stefania Lazzaroni

In un’economia globale in cui il dibattito è dominato dal tema dell'innovazione tecnologica, la tutela e la promozione dei mestieri manifatturieri e del cuore del Saper Fare italiano  resta una sfida cruciale per il nostro paese

In questi giorni, il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha siglato con Altagamma, la fondazione che riunisce più di cento brand del Made in Italy di eccellenza in sette diversi settori, un protocollo di intesa finalizzato a rafforzare il dialogo fra la formazione tecnico professionale per i mestieri del lusso italiano e le nostre aziende.  

Il cuore operativo dell’accordo è la collaborazione per il progetto Adotta una Scuola, un programma che impegna, alla sua terza edizione, trentatre brand di Altagamma e trentotto Istituti tecnici e professionali in undici regioni per circa duemilacinquecento ragazzi coinvolti. In un’economia globale in cui il dibattito è dominato dai temi dell’utilizzo dei big data e dell’Intelligenza Artificiale, la tutela e la promozione dei mestieri manifatturieri è per l’Italia tutt’altro che una battaglia di retroguardia, come è ben chiaro a questo come ai precedenti governi. Anche se oggi l’innovazione tecnologica sta rimodellando ogni anello della catena dell’industria di alta gamma, dalla creazione del prodotto fino alla vendita, il cuore di quella che chiamiamo Economia della Bellezza – che vale 144 miliardi di euro e circa il 7,4 per cento del PIL italiano, continua a risiedere nella manifattura, nella creatività e in quello Human Touch composto di elementi intangibili caratteristici del nostro Saper Fare: parliamo della capacità di pensare, progettare e realizzare prodotti e servizi dove le abilità tecniche si fondono con competenze che sono il risultato di secoli di cultura, artigianalità e storia industriale.

Oggi questi mestieri richiedono talenti che incorporino anche competenze tecniche rese più sofisticate dalla rivoluzione digitale e al tempo stesso le cosiddette soft skills, che consentano rapidità di adattamento, capacità di soluzione dei problemi e una preparazione culturale di base necessaria ad un’industria che crea prodotti dall’alto contenuto simbolico e offre servizi diretti a clienti internazionali estremamente esigenti. Sono competenze professionali a rischio di estinzione: Altagamma e Unioncamere stimano che da qui al 2026 le aziende che fanno riferimento alle filiere del lusso italiano ricercheranno 346milaprofili che il mercato del lavoro rischia di soddisfare solo per metà. Tra questi ci sono sarti, orafi, tecnici della pelletteria, prototipisti, modellisti, meccanici specializzati, specialisti nel food e nell’accoglienza, responsabili di prodotto. Si tratta di una sfida strategica per un comparto tutt’altro che di nicchia, un comparto che può essere una locomotiva per la nostra economia, all’interno di un mercato mondiale in salute, cresciuto nel 2023 dell’8-10 per cento sull’anno precedente, che a sua volta aveva registrato il record storico di vendite.

Formare questi talenti è una sfida cruciale per la nostra industria e una grande opportunità di lavoro, in un Paese dove la disoccupazione giovanile tocca oggi il 21 per cento. Una sfida duplice: se da un lato occorre infatti costruire percorsi di formazione in linea con le crescenti richieste dell’industria cultura e creativa, dall’altro è necessario stimolare le vocazioni e rendere attrattivi tali percorsi, evidenziando le numerose possibilità di crescita professionale. Un compito non banale, in particolare all’interno di una tradizione culturale come la nostra, in cui erroneamente viviamo come un paradosso la coesistenza di una grande tradizione di manifattura di altissima qualità con un’altissima considerazione della formazione umanistica che è andata purtroppo a scapito della reputazione dei mestieri tecnico-professionali. Valorizzare, anche presso le famiglie, le professioni manifatturiere è importante e va fatto a più livelli: con campagne di comunicazione, con progetti di orientamento nelle scuole e celebrando - come Altagamma ha proposto di fare - una Giornata Nazionale del Made in Italy che si terrà per la prima volta il prossimo 15 aprile.  Si tratta di priorità strategiche su cui pubblico e privato possono e devono collaborare per rafforzare il Made in Italy di eccellenza, ambasciatore della nostra industria e del nostro stile di vita nel mondo.

Stefania Lazzaroni è direttrice generale di Altagamma

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