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Il disegno

I doni di Cucinelli e il solito paese litigioso

Fabiana Giacomotti

Lo stilista e imprenditore presenta alla Triennale di Milano il progetto di recupero del borgo di Castelluccio di Norcia. Un sogno interrotto dalla pandemia e ora ripreso, mentre le istituzioni si danno battaglia da anni praticamente su tutto

Poche ore fa, nel Salone d’Onore della Triennale di Milano, Brunello Cucinelli ha presentato il progetto di recupero del borgo di Castelluccio di Norcia, concepito lungo la stessa linea di pensiero che ha portato ormai decine di anni fa al restauro di Solomeo, borgo natio della moglie Federica con cui condivide il governo della fondazione di famiglia, e quello di una parte non trascurabile di Norcia (torre civica, teatro, riconsolidamento della Castellina) dopo il sisma del 2016. Ha raccontato di coltivare questo progetto, “dono di riqualificazione per il territorio umbro” almeno dal 2019, e di essere stato interrotto lungo il processo dallo scoppio della pandemia, come tutti del resto. Non è entrato nello specifico, un po’ perché siamo ancora alla fase progettuale, un po’ - ma è una nostra considerazione - per altri motivi. Seguendo anche online i fatti di questo fiorentissimo piccolo comune umbro, si scopre infatti che i lavori di ricostruzione vanno avanti da anni, con commissioni e gruppi di lavoro intenti a monitorarle e che, come spesso accade, le opposte fazioni autoctone sono accese e gli animi surriscaldati.

 

Mentre Cucinelli racconta alla sofisticata platea milanese come il suo intento sia di “riproporre alla comunità, nel profondo rispetto del suo genius loci, un borgo a misura d’uomo”, di voler seguire i criteri dell’”ambientismo” formulato da Gustavo Giovannoni negli Anni Trenta del Novecento e di aver fatto molti sopralluoghi con l’amico architetto Massimo De Vico Fallani per studiare un piano di azione che, è evidente, verrà portato alle istituzioni, le istituzioni di Norcia e della sua incantata frazione si danno battaglia da anni praticamente su tutto, e in particolare su quella piana dei desideri mondiali dove ogni anno, proprio in queste settimane, fioriscono le lenticchie.

 

La fioritura o “fiorata”, come dicono da queste parti, dei Monti Sibillini, è bella di una bellezza sconvolgente, rossa e viola e incantata soprattutto al tramonto. Ogni anno arrivano a Castelluccio migliaia di persone perfino dal Giappone, cultura attentissima all’incanto delle fioriture (ciliegi, peschi) e all’assoluta necessità di prendersi qualche giorno di vacanza per ammirarla. Sono talmente tante, le prenotazioni e gli arrivi, che da tempo – per evitare l’affollarsi di camper, auto, moto e disgraziati a vario titolo - è stato istituito un servizio di navette.

  

 Anche su questo ci fu battaglia politica, ma le cose sono precipitate negli ultimi mesi. La giunta è infatti in gravissima difficoltà dopo che il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno, ha subito una seconda condanna a un anno e dieci mesi per falso e abuso d’ufficio, quello che per il guardasigilli Carlo Nordio è il “reato evanescente”, meritevole di essere cancellato con un ddl, ma che in questo caso rischia di complicare maledettamente le cose: in questi giorni Alemanno ha presentato un ricorso al tribunale di Spoleto, che ha emesso la sentenza, per annullare la sospensione dalla carica, attuata in base alla legge Severino. Detto “il sindaco geometra”, Alemanno era già stato assolto da un analogo processo per la realizzazione del PalaBoeri.

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