Una scena di Chiamami col tuo nome (Call Me by Your Name), film del 2017 diretto da Luca Guadagnino

Come fare bella figura in salotto senza necessariamente sapere quel che si dice

Letture estive

Andrea Ballarini

C’è chi se le prepara tutto l’anno per potercisi dedicare durante le vacanze. Per questo non si può non avere nulla da dire in merito. E se vi mancano le parole, ve le diamo noi

  • Provare da anni a leggere Guerra e Pace. Essersi portati i due volumi dell’Einaudi in quasi tutti i paesi del mondo e averli sempre riportati a casa senza averli aperti.

 

  • Accumulare nel corso dell’anno una quantità di libri ripromettendosi di leggerli durante le vacanze. Poi non leggerli.

 

  • Durante i mesi estivi sostenere di avere bisogno di distrarsi con letture leggere, non troppo impegnative. Per i libri seri ci sarà poi il resto dell’anno. Nel resto dell’anno invertire il concetto.

 

  • Quando si legge astrarsi completamente da qualunque cosa accada intorno. Ciò consente di non partecipare a nessuna delle perniciose attività familiari. Convenirne.

 

  • Plaudire all’invenzione dell’e-reader che consente di partire per le vacanze con centinaia di libri senza farsi venire la scoliosi trasportando valigie pesanti come comò. Non appena qualcuno enuclea il concetto, replicare immediatamente che per voi il libro è solo di carta; di seguito arabescare su alcuni feticisimi librari: il profumo della rilegatura; il piacere di maneggiare un volume vissuto; l’abitudine di sottolineare le frasi importanti ecc.

 

  • L’estate è l’unico momento dell’anno in cui si può leggere in santa pace poiché per farlo si ha bisogno di disporre di almeno tre ore. Poiché di tre ore non si dispone mai – a meno di non naufragare su un’isola deserta – non leggere.

 

  • Ci si segnala come intellettuali fuori dal coro rivendicando il diritto di non leggere. Citare Pennac.

 

  • Chiedere al libraio “un bel giallo” e obiettare a qualunque proposta. L’ideale è protrarre questo gioco per una decina di minuti e poi chiedere un titolo che non è al momento disponibile.

 

  • In estate leggere esclusivamente riviste di gossip, ma solo dopo aver specificato che non le si legge mai.

 

  • Raccomandare a un’amica un bellissimo romanzo che vi è molto piaciuto. Sfortunatamente non riuscire a ricordarne il titolo, né l’autore e, possibilmente, nemmeno la trama. Ricordare però l’editore: Mondadori.

 

  • Lasciare sempre sul tavolino alla base dell’ombrellone il romanzo che ha vinto l’ultimo Pulitzer, preferibilmente in lingua originale, per segnalarsi come lettore sofisticato. Non è indispensabile leggerlo, purché ci si ricordi di spostare il segnalibro di tanto in tanto.

 

  • Scagliarsi contro il best seller del momento.

 

  • Prima di plaudire a un best seller lasciare trascorre almeno quindici anni.

 

  • Postare sui social un commento sprezzante su un libro amatissimo dai più ed eccitare il livore degli haters è una voluttà per pochi intenditori. Convenirne.

 

  • Diciamocelo: in “Stoner” non succede un tubo! L’ho comprato perché tutti dicevano che era un capolavoro assoluto. Deplorare.

 

  • Confessare candidamente di non essere mai riusciti a capire di quale Buendia si parlasse in “Cent’anni di solitudine” e cercare di scatenare i novantadue minuti di applausi della Corazzata Potemkin.

 

  • Certi libri già dopo tre righe mostrano un radiatore che fuma.
    (Gesualdo Bufalino)

 

  • Mai leggere. Sempre rileggere.

 

  • La vacanza ideale: voi, da soli con un baule di libri su un’isola deserta. Se qualcuno dovesse chiedere perché si sia prenotata una settimana a Ibiza, ignorarlo.