Cuore, sopporta

Giuseppe Fantasia

Francesca d’Aloja
Mondadori, 251 pp., 19 euro

In un mondo come il nostro dove tutti vogliono avere nell’immediato l’impossibile, figuriamoci il necessario, c’è chi è costretto a fermare quella corsa o a decidere di farlo di sua volontà per le ragioni più disparate. Una come Adele, affascinante romana poco più che quarantenne, ha capito che fermarsi per ricominciare è l’unica maniera per salvarsi e continuare a vivere. La conosciamo nel presente, mentre nuota nel mare blu della Maremma, abbandonata in quella totale assenza che solo il nuoto riesce a produrre. Lei che ama spesso scrivere su carta una lista di idiosincrasie – dalla voce di Rita Pavone ai semafori rossi, dai cani carlini fino alla retorica, quest’ultima segnata per ben tre volte – si è da poco trasferita nella villa in pineta che suo padre, l’ingegner Salani, ha progettato per la famiglia ma lasciata a lei. Ha una nuova amica, Giulia, conosciuta per caso all’inaugurazione di un teatro milanese così come nuove giornate da riempire davanti a sé, ma in lei c’è sempre quel senso di vuoto accompagnato dalla consapevolezza che alla fine tutto “è soltanto una questione di tempo”. E’ il tempo la chiave giusta, quello che nella sua vita ha portato gioie e amori, condivisi con la sorella Nina – una donna più giovane di lei di tre anni che dice di non provare niente – e con un uomo, Thomas, “un ragazzo con il viso da apostolo”, portatore consapevole di un rapporto basato sul “bisogno vitale di starsi addosso”, una visione che ha dato fastidio a molti, ma – si sa – “la felicità altrui a volte è insostenibile rivelando il vuoto di chi non la possiede”. Poi, però, qualcosa è andato storto e tutto quello che c’era è svanito nel nulla. Niente sembra avere più senso, e una come Adele – che si è sempre abbandonata e fidata volendo bene ai suoi affetti con ingenuità e trasporto – lo sa molto bene. Il suo cuore sopporta – come suggerisce il titolo di questo romanzo dell’attrice e regista Francesca d’Aloja, ma a differenza di Ulisse, non lo rimprovera né comprime il petto, perché non è come quella sorella un po’ sbandata che viaggia di continuo per fuggire. Lei no: non ha fretta, ma solo un’infinita voglia di aspettare sperando che le cose migliorino. Il dolore è forte, il senso di colpa ha spesso la meglio, il perdono in certi casi pare non esistere, ma in altri ancora non concederlo potrebbe aggiungere importanza a cose (o a persone) inutili. Dopo Il sogno cattivo e Anima viva, d’Aloja ci ha regalato stavolta la sua storia più matura, un romanzo sull’impossibilità di una riconciliazione e sui sentimenti, ponendo una particolare attenzione alla sorellanza, quel rapporto speciale che va la di là dei sentimenti stessi, ma che li contiene a suo modo un po’ tutti ottenendo risultati sorprendenti. Ipnotico.

 

CUORE, SOPPORTA
Francesca d’Aloja
Mondadori, 251 pp., 19 euro

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