Michele Santoro ospite a "Piazzapulita" su La7 

Lettere

C'è chi ha l'AfD, noi abbiamo Santoro. Poteva andarci peggio

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Confindustriali! Non è quell’Orsini che vedete in Tv!
Giuseppe De Filippi

Al direttore - Si chiama “Pace, terra, dignità” la lista di Michele Santoro per le elezioni europee. Più che il nome di un movimento, sembra il titolo di un’enciclica. Non per caso, forse. Infatti, sono tre parole al centro anche della lettera apostolica di Papa Francesco “Fratelli tutti” (ottobre 2020). Una lettera in cui il Pontefice condanna senza appello il principio “Vim vi repellere licet” (è lecito respingere la violenza con la violenza) che, con una sua interpretazione perfino estensiva, è stato accolto nel Catechismo della Chiesa cattolica, voluto nel 1992 da Giovanni Paolo II proprio come espressione del magistero conciliare: “La legittima difesa, oltre che un diritto, può essere anche un grave dovere per chi è responsabile della vita di altri. La difesa del bene comune esige che si ponga l’ingiusto aggressore in stato di non nuocere” (n. 2.265). Per il pacifismo radicale di Bergoglio (e di Santoro), invece, il ricorso alle armi è sempre un crimine e non esistono guerre giuste. Beninteso, la maledizione della guerra e dei suoi orrori risale al paleolitico superiore. Viene spesso cavalcata da taluni leader politici per il consenso che riscuote tra gli elettori, poiché accantona il dilemma “burro o cannoni” ignorando il problema della sicurezza. Ha scritto Norberto Bobbio: “Pacifismo non è soltanto invocare la pace, pregare per la pace, dare testimonianza di volere la pace […]. Opporre la nonviolenza assoluta in ogni forma, anche la più piccola, di violenza. Offrire l’altra guancia. Meglio morire come Abele che vivere come Caino. [Ma] non è forse vero che l’impotenza dell’uomo mite finisce per favorire il prepotente? In una situazione in cui, per osservare il principio della nonviolenza tutti gli stati fossero disposti a gettare le armi, l’unico che si rifiutasse di farlo diventerebbe il padrone del mondo” (“Il problema della guerra e le vie della pace”, il Mulino, 1997). Sia chiaro, il Papa non è tenuto a seguire la weberiana etica della responsabilità. Non è però commendevole che altri vi rinuncino per rosicchiare qualche voto in più. A ciascuno il suo mestiere.
Michele Magno

Tutto giusto. Ma ridimensionerei l’allarme, anche contestualizzandolo. Ci sono paesi che devono fare i conti con partiti estremisti, nazionalisti, antisistema, filoputiniani, che viaggiano intorno al 20 per cento, come l’AfD in Germania. Noi abbiamo Michele Santoro. Direi che l’anno zero del populismo lo abbiamo ampiamente scavallato.

Di più su questi argomenti: