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Lettere

La stampa estera elogia Meloni. Dal fascismo è tutto, a voi la linea

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Recensendo il film “Tempi moderni” (1936), Roland Barthes scrive che Charlie Chaplin ha sempre visto il proletario sotto le sembianze del povero, schiavo di una fame cronica e definito dalla natura immediata dei suoi bisogni (“Miti d’oggi”, Einaudi, 1994). Un po’ come talvolta lo descrivono Elly Schlein e, soprattutto, Giuseppe Conte. Ovviamente, senza la straordinaria forza estetica di Charlot.

Michele Magno

Suggerirei a Schlein e Conte di dare un’occhiatina alla stampa internazionale, che ultimamente sembra capire l’Italia meglio di molti italiani. Due settimane fa, l’Economist ha scritto che il governo italiano è diventato mainstream, specie sui temi europei (“Il governo di destra di Giorgia Meloni non fa poi tanto paura”). Dieci giorni fa, il New York Times ha scritto che il governo italiano in Europa si sta muovendo bene (“Meloni ha contribuito a convincere il leader ungherese, Viktor Orbán, a sostenere un fondo storico per l’Ucraina. E’ stato un grande momento per l’Europa. E per lei”). Ieri è stata la volta del Monde, che ha elogiato l’approccio scelto da Meloni sull’immigrazione. “Lungi dall’accusare l’Unione europea di essere responsabile dell’afflusso di migranti indesiderati – come fece quando era all’opposizione e come alleato di coalizione Matteo Salvini, leader della Lega –, la Meloni ha coinvolto Bruxelles nella sua causa ed è diventata essenziale sulle questioni migratorie in Europa”. Dal fascismo è tutto, a voi la linea. 


 

Al direttore - In un editorialino del 7 febbraio, il Foglio riporta la frase di Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, il quale, nelle dichiarazioni successive alla presentazione dei lusinghieri risultati dell’esercizio 2023, avrebbe detto che l’eventuale ascesa di Francesco Profumo alla presidenza della Banca per succedere a Gian Maria Gros Pietro potrebbe comportare un rischio operativo e di governance. In effetti, poste la riconosciuta competenza, le capacità, l’esperienza e il curriculum di Profumo, credo che Messina si sia, più in particolare, riferito al ritenere che tale esponente – il quale si è dimesso in anticipo dal vertice della Compagnia e dall’Acri per non incorrere nell’incompatibilità preventiva per l’assunzione di una carica nella Banca conferitaria della Compagnia – sia “in pectore”, con un anno di anticipo, la persona sin d’ora designata a sostituire Gros Pietro. Pur così delimitata la dichiarazione, essa mi sembra certamente valida e quanto sia rischiosa l’immagine di un presidente regolarmente in carica e di un altro “ante portas” che attende di succedergli è di tutta evidenza. E’ sperabile che la Vigilanza della Bce – trattandosi di Banca “significant” – che sugli organi deliberativi degli istituti ha assunto a volte posizioni dal sapore dirigistico, si sia già attivata perché ciò sia chiaro innanzitutto agli azionisti. 

Angelo De Mattia


 

Al direttore - Il ventinovenne di Caltanissetta  Filippo Mosca è stato arrestato ai primi di maggio 2023 in Romania ed è detenuto da quasi 9 mesi nel carcere-lager di Porta Alba in condizioni di grande disagio.  Essendo socialdemocratico  il premier romeno Marcel Ciolacu, non toccherebbe a Elly Schlein  fare quella telefonata che per Ilaria Salis fu richiesta, a gran voce, a Giorgia Meloni?

Giuliano Cazzola 


 

Al direttore - Caro Cerasa, il discorso di Attal è stato eccellente. E questo ragazzo con un po’ di fortuna potrà salvare la Francia da Marine Le Pen. Si potrebbe, peraltro, ricordare cortesemente agli agricoltori che senza misure di controllo del cambiamento climatico i loro campi ed i loro raccolti saranno devastati da siccità e da alluvioni. E prima o poi i soldi per i “ristori” (come si è detto al di qua delle Alpi) non ci saranno più.

Pasquale Pasquino

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