Foto Epa, via Ansa

lettere al direttore

C'è solo un modo per fermare la guerra a Gaza: liberarla da Hamas

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Un testo forse poco conosciuto di Sigmund Freud, “L’avvenire di un’illusione” (Einaudi, 2015), costituisce una difesa della scienza fra le più lucide e brillanti messe in campo nel primo trentennio del secolo scorso (siamo nel 1927, l’anno stesso della pubblicazione di un’opera che è ai suoi antipodi, “Essere e Tempo” di Martin Heidegger). Un suo passo recita: “L’intelletto umano è senza forza a paragone della vita pulsionale e possiamo aver ragione in questo. Ma c’è qualcosa di particolare in questa debolezza: la voce dell’intelletto è fioca, ma non ha pace finché non ottiene ascolto. Alla fine, dopo ripetuti e innumerevoli rifiuti, lo trova. Questo è uno dei pochi punti sui quali si può essere ottimisti per l’avvenire dell’umanità, ma non è un punto di poca importanza”. Un inestimabile messaggio di fiducia e di speranza per quanti oggi non si rassegnano di fronte all’avanzata dell’irrazionalismo antisemita né di fronte agli ostacoli, per ora insormontabili, che incontra la liberaldemocrazia dove i proclami dei mullah o degli autocrati russofili contano più dei voti. Al di là delle mode e dell’uso, talvolta insopportabilmente parrocchiale, che ne fanno i suoi seguaci, il padre della psicoanalisi resta un gigante del pensiero del Novecento. I grandi classici – e Freud senza dubbio lo è – hanno questo di straordinario: anticipano, in forma sintetica, ciò che più tardi diventerà senso comune.
Michele Magno


Drammatico ma perfetto editoriale del Times di Londra di tre giorni fa: “La minaccia di Hamas di ripetere il 7 ottobre significa che l’offensiva su Gaza è destinata a continuare”. Svolgimento: Hamas non vuole la pace, vuole sopravvivere, vivere per combattere un altro giorno. Il 30 gennaio Ali Baraka, portavoce di Hamas, si è gloriato del “successo” dell’operazione del 7 ottobre e si è vantato che il suo gruppo fosse capace di fare molto di più. “Possiamo ripetere il 7 ottobre molte volte”, ha detto, “perché una volta presi d’assalto, crollano”. Con queste parole ha spiegato perché Israele deve distruggere Hamas. Sintesi: c’è un modo veloce e drammaticamente efficace per far sì che la guerra in medio oriente finisca e quel modo è chiedere a Hamas di arrendersi. Free Gaza from Hamas. 


Al direttore - Mai scritto una lettera a un giornale ma ho bisogno di un suo consiglio. Visto il grandissimo successo che ottengono tassisti, balneari, ambulanti senza fare alcuna fatica e, ultimamente ma con qualche sforzo in più – andare fino a Sanremo con un mezzo agricolo non è una passeggiata... – i trattoristi, pensa che potrei ottenere qualche risultato se mi recassi a Roma a manifestare davanti al Palazzo del governo che ne so, vestito da Qui, Quo, Qua? Quo e Qua li faccio fare alle mie figlie. Sono un artigiano di quelli che pagano fino all’ultimo centesimo e comincio a pensare che senza fare un po’ di casino continuerò a pagare come se non ci fosse un domani. Con grande stima.

Luciano Lodigiani

Difficile darle torto.



Al direttore - Israele e quella prova di Amleto, ha scritto lunedì Giuliano Ferrara: non una vendetta cieca, ma l’unico mezzo, forse, per difendere democrazia e libertà. Ben lo sanno gli americani: è stato necessario ammazzare Bin Laden per poter di nuovo salire su un aereo con la ragionevole sicurezza che non sarebbe stato dirottato. Gli amici di Israele e la prova di Amleto: non ammonimenti e minacce ma aiuti concreti e mezzi condivisi per riuscire a smantellare l’organizzazione terroristica rispettando i civili innocenti. E’ difficile ma si può fare, anzi si deve fare.
Franco Debenedetti

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