Giancarlo Giorgetti - foto Ansa

Lettere

Mes affondato e zero concessioni sul Patto di stabilità. Un pacco

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Sul Mes si è spaccata la maggioranza e si è spaccata la minoranza. “Qui non c’è nulla: né destra né sinistra. Qui si vive alla giornata, fra l’acqua santa e l’acqua minerale (Leo Longanesi).
Michele Magno

La strategia era: usare il Mes come arma negoziale per il Patto di stabilità. Se l’Italia avesse ottenuto qualcosa, il Mes non sarebbe stato affondato. Essendo stato affondato, è chiaro cosa ha ottenuto l’Italia sul Patto di stabilità: nulla. Più che un pacchetto era un pacco. Auguri a tutti.

 


 

Al direttore - Il punto che è carente nella proposta di introduzione del Mes (e nelle contestazioni) riguarda il collegamento con l’Unione bancaria. Se la principale innovazione del Trattato concerne la funzione attribuita al Meccanismo quale “paracadute” del Fondo europeo di risoluzione delle banche in crisi, sarebbe stato giusto riformare l’inadeguata disciplina della risoluzione e istituire finalmente l’assicurazione europea dei depositi, finora bloccata dai tedeschi i quali vorrebbero, per tale istituzione, la contropartita dell’applicazione all’investimento in titoli pubblici, oggi “risk free”, di un coefficiente di rischio e/o agire sulla concentrazione di tali titoli nei bilanci. Era su questi punti che bisognava (e bisogna) insistere, magari con la previsione di un formale impegno “a latere” da parte di tutti i sottoscrittori del Trattato. Ricordo che, proprio per la richiesta di rendere soggetti a rischio i titoli pubblici, l’allora premier Mario Draghi rifiutò l’accordo europeo su questa parte dell’Unione bancaria asserendo che nessuna intesa era preferibile alla pessima intesa prospettata. Auguri fervidi per le prossime festività. 
Angelo De Mattia

Tre impressioni sul tema. Primo: non approvare il Mes è stata una figuraccia dell’Italia, ma lo è stata prima di tutto per il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che dopo aver promesso che avrebbe fatto di tutto per approvare il Mes ha dovuto riconoscere di non essere in grado di poter fare tutto quello che il suo governo dovrebbe fare. Secondo: sulla stampa europea, l’interesse per ciò che ha fatto l’Italia sul Mes è più o meno simmetrico alla preoccupazione registrata ieri sui mercati e sulla Borsa italiana, dove l’impatto del no al Mes ha pesato zero. Terzo: il no al Mes è sciocco, senza senso, demagogico, ma se il gioco che sta facendo il governo è “ci impuntiamo sulle stupidaggini, per sventolare bandierine, ma sulle cose serie, come il Patto di stabilità, facciamo i bravi”, verrebbe da dire: ragazzi, dove si firma?