(foto LaPresse)

Contro la narrazione farlocca di un'Italia depressa e incapace di reagire

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - “Ponte Genova: all’arrivo di Conte spunta l’arcobaleno” (Ansa). “Osserva l’arcobaleno e benedici colui che l’ha fatto, è bellissimo nel suo splendore” (Siracide 43,11).

Michele Magno 

 

Trovato su Internet un bellissimo aforisma di uno scrittore francese dell’800, Jules Renard: “La vita è come un arcobaleno: ci vogliono pioggia e sole per vederne i colori”. Il ponte di Genova in fondo è questo: la capacità, anche durante le peggiori tempeste, di sapersi preparare al ritorno del sole.


 

Al direttore - E’ vero: c’è un’Italia della quale in questi giorni si può andare fieri, un’Italia che ha molto da insegnare ai nostri partner europei e agli Stati Uniti. È l’Italia che descrivi tu: quella che si è rimboccata le maniche, che si sta digitalizzando, che ha gestito con equilibrio la pur drammatica crisi sanitaria, che salverà il turismo anche nella sua peggiore estate. Eppure, la presenza di questa Italia sembra essere una verità da non raccontare agli italiani, che la politica, in perenne campagna elettorale, preferisce descrivere invece come sfortunati, inabili, e bisognosi di aiuto: certo, il loro! E infatti ecco qui i bonus, i redditi, le medicine zuccherine. Lo sforzo che bisogna fare ora, direttore, è spostare il fuoco delle campagne elettorali dall’Italia dei bisognosi all’Italia dei produttivi. Se, come dici tu, questa Italia è davvero maggioritaria, allora esistono possibilità di successo.

Francesco Vecchi 

 

C’è una narrazione farlocca del paese che punta a descrivere l’Italia come un ammasso di persone depresse e incapaci di reagire. C’è invece una parte probabilmente maggioritaria del paese che non si riconosce in questa descrizione macchiettistica e che è consapevole che in questa stagione l’Italia nonostante le mille difficoltà non sta dando il peggio di sé ma sta provando a dare il meglio di sé. Non è l’inverno del nostro scontento, per dirla alla Shakespeare, è l’estate del nostro talento.