Uscire a testa alta

Mariarosa Mancuso

Dopo dieci stagioni chiude “Modern Family”. Quel che era avanguardia è diventato maniera

Spegnimento programmato. “Modern Family” chiuderà con la decima stagione – la nona per gli spettatori italiani parte su Fox il prossimo 16 marzo. Lo hanno annunciato gli showrunner Steve Levitan e Christopher Lloyd. Meglio fermarsi lasciando un po’ di voglia agli spettatori, sostengono. Sicuramente hanno ancora ben presente il dispendioso rinnovo di contratto alla fine della stagione numero otto. Con un occhio all’audience a un altro ai cinque Emmy vinti come migliore commedia, gli attori (e i loro agenti) ne approfittarono per far schizzare in alto i loro compensi.

 

Non è solo questione di soldi. La serie che nel 2009 portò sullo schermo le famiglie moderne (“ricostituite” dice qualcuno, facendo venire in mente i pannelli di legno truciolare, altri preferiscono “arcobaleno”, così capiamo subito che capiterà un “genitore 1” e un “genitore 2” ) comincia ad avere qualche problema. Situazione di partenza: il capofamiglia Jay molla la moglie coetanea (un po’ fuori di testa già da prima, poi peggiora) per la più giovane colombiana con un figlio. In stile mockumentary – i personaggi spesso guardano i macchina e si rivolgono allo spettatore – “Modern Family” racconta il nuovo matrimonio, i figli adulti del primo (Claire e Mitchell, ex coppia di pattinaggio artistico), i loro figli.

 

Militarmente parlando, l’attacco arriva da due fronti. Dieci anni sono tanti, quel che una volta era avanguardia dopo un po’ diventa maniera. Il successo di una serie come “Transparent” – prima che Jeffrey Tambor fosse accusato di molestie, l’epidemia dei nostri tempi – ha costretto gli sceneggiatori al pedaggio di un bambino transgender. Si presenta come amico/a di Lily, la ragazzina vietnamita adottata da Mitchell e Cameron, coppia gay che duetta in stile “Vizietto”. Pochino, rispetto al padre di tre figli che all’età della pensione annuncia “adesso siete adulti, farò la donna con la gonna”.

 

Non basta il ragazzino incerto sul genere per riportare la serie al gusto del giorno: le battute da sit-com son vicine alla data di scadenza, per esempio rispetto alle lacrime che molti spettatori amano versare sulle complicanze di “This Is Us”. “I ragazzini di Modern Family” crescono, nella nona stagione un paio vanno al college. Con innesti – parliamo di sceneggiatura – di teen drama e di “The Big Bang Theory” (su Infinity dal 24 gennaio c’è l’undicesima, e pure gli arretrati). Altra serie in scadenza. Potrebbe finire alla dodicesima stagione, scrive Vulture “arriva il momento in cui neanche per decine di milioni di dollari vorresti dire ancora una volta “Bazinga”. Abbiamo un’altra teoria: la serie dei nerdissimi ha perso smalto quando sono arrivate le fidanzate e le proposte di matrimonio. Neanche la serie prequel “Young Sheldon” (sempre Infinity) ha funzionato come consolazione.

 

Sul fronte “modernità” la serie è rimasta indietro, anche come linguaggio. Su un altro fronte si trova spiazzata perché troppo avanti. “Modern Family” è un prodotto Fox in onda su Abc; ora che la Fox è entrata nel gruppo Disney, la famiglia pare lontana dai modelli fin qui messi in circolazione dalla ditta del papà di Topolino, dove lo scoiattolino sta con la scoiattolina (e per il resto si va di zio in nipote). L’unico modo per uscirne a testa alta è appunto lo spegnimento programmato. La famiglia Pritchett (e addentellati) non sono “I Simpson”, eternamente (ora un po’ stancamente) fissi nei loro caratteri. Non sono neppure “I Soprano”, che dieci anni fa si sono spenti davvero, lasciandoci orfani di una scrittura da romanzo che vorremmo tanto ritrovare da qualche parte.

Di più su questi argomenti: