Il triste addio a Spelacchio

Sotto la pioggia, davanti a giornalisti e curiosi, l'albero di Natale di piazza Venezia è stato rimosso

Luca Prizia

Spelacchio se ne va. Un addio triste. Un po' come la vita, breve, di questo albero di Natale diventato famoso, a differenza di quello che normalmente accade, per essere morto pochi giorni dopo il suo arrivo a Roma. Un addio sotto la pioggia, con molti giornalisti, qualche turista curioso e i “rappresentanti delle istituzioni”. Presenti a piazza Venezia l'assessore all'Ambiente del Campidoglio, Pinuccia Montanari, il presidente della commissione capitolina all'Ambiente, Daniele Diaco, il rappresentante della Magnifica Comunità di Fiemme, Stefano Cattoi, e il rappresentante dell'Ente di certificazione delle foreste Pecf, Antonio Brunori. 

 

Obiettivo: trasformare in un grande successo quello che, anche a detta dell'Autorità nazionale anticorruzione, è stato un clamoroso flop. In realtà, spiegano a turno i presenti, non è così. Spelacchio oggi è “famoso” e, soprattutto, avrà “una nuova vita”. Prima verrà tagliato a pezzi quindi, in parte, sarà trasportato in Val di Fiemme dove si trasformerà in pannelli da utilizzare per costruire una casetta di legno che, posizionata in un parco della Capitale, servirà alle mamme per allattare e cambiare i propri bambini. Il resto, invece, resterà a Roma dove verrà utilizzato per costruire dei “gadget”. Verrà anche realizzato un libro con le lettere e le poesie che romani e turisti hanno appeso all'albero in queste settimane. Insomma, dicono, questo non è un addio, ma un arrivederci. In ogni caso, come twitta il profilo ufficiale di Spelacchio, “se semo divertiti”.

 

 

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