Un Foglio internazionale
La deriva canadese, "un monito per l'Occidente”
Dalla promozione del gender nelle scuole alla legalizzazione dell’eroina, dalle leggi estreme sull’eutanasia fino alla repressione della libertà di parola
Un documentario del Telegraph racconta la trasformazione del Canada in un esperimento assurdo, dalla promozione dell’ideologia di genere nelle scuole alla legalizzazione delle droghe pesanti, alle nuove leggi estreme sull’eutanasia fino alla repressione della libertà di parola. In una delle città più liberal del paese, Vancouver, il possesso fino a 2,5 grammi di droghe pesanti, tra cui eroina, cocaina e fentanil, è legalizzato come parte di un esperimento. Ma se l’obiettivo era combattere la crisi degli oppioidi che affligge la città, sembra che ci sia ancora molto da fare mentre vaste tendopoli lambiscono le strade pattugliate da tossicodipendenti simili a zombie. “Mentre giravamo in Hastings Street, famigerato epicentro della crisi dei senzatetto di Vancouver, ho visto un uomo mezzo nudo spararsi un ago nel braccio a un metro da me”, racconta il reporter del Telegraph.
Non sono solo i senzatetto a pattugliare le strade di Vancouver. Chris Elston si batte contro l’imposizione dell’ideologia di genere sui bambini, sia attraverso il sistema educativo canadese sia attraverso operazioni pericolose per i bambini in “transizione”. Chris gira per Vancouver indossando cartelli di protesta contro l’ideologia di genere, incoraggiando vivaci dibattiti con i passanti. “Abbiamo trovato molti canadesi inorriditi dall’uso di bloccanti della pubertà nei bambini e dalla promozione degli uomini biologici negli sport femminili”. Ma per coloro che mettono in discussione l’ideologia di genere possono esserci gravi conseguenze. “Abbiamo parlato con un’infermiera, Amy Hamm, che rischia di perdere la licenza dopo che aveva espresso sostegno a J.K. Rowling”. “La promozione del transgenderismo nelle scuole canadesi ha portato a una feroce reazione da parte di alcuni genitori, non ultimo di alcune comunità di minoranze etniche del paese. Sebbene il multiculturalismo sia diventato un pilastro fondamentale della visione dell’identità canadese di Justin Trudeau, non tutti si adattano al suo modello di immigrato illuminato”. A Toronto, il Telegraph ha incontrato una famiglia originaria dell’India per parlare delle sue esperienze in Canada. “Neerunjun, un assistente sociale, ha raccontato di come a suo figlio di otto anni sia stato chiesto di indossare abiti del sesso opposto per una giornata scolastica che promuoveva il travestitismo”.
Parte della rivoluzione sociale del Canada può essere testimoniata anche dalle sue nuove leggi estreme sull’eutanasia. L’anno scorso, persino tre esperti dei diritti umani delle Nazioni Unite hanno riferito che la legge canadese viola la Dichiarazione universale dei diritti umani. “Mentre il Cristianesimo declina in tutto il Canada e l’ossessione liberale per l’‘autonomia corporea’ e la ‘libertà personale’ raggiunge la sua logica conclusione, si sta formando una nuova distopia”, racconta il Telegraph. Ma affinché una nazione possa veramente essere woke, deve avere una propria narrativa di oppressione. In America, gli attivisti hanno la schiavitù. In Gran Bretagna si concentrano sull’Impero. In Canada, dove storicamente c’erano pochissimi neri, la colpa della nazione è incentrata su un cosiddetto “genocidio contro la popolazione indigena”. I sostenitori di questa narrazione sottolineano la scoperta di diverse anomalie nel terreno intorno a una scuola residenziale indiana a Kamloops, che presumibilmente sarebbero la prova di una fossa comune. Tuttavia, nessun corpo è mai stato ritrovato. “Abbiamo intervistato un uomo che ha messo in dubbio la storia del genocidio e di conseguenza è stato licenziato dal suo lavoro di insegnante. Il ministro della Giustizia canadese David Lametti si è detto disponibile a punire coloro che negano la narrativa del genocidio indigeno, in modo simile al divieto del negazionismo dell’Olocausto”.
Un gruppo di indigeni, “Pine Creek First Nation”, ha scavato 14 siti della Chiesa cattolica a Manitoba. E non sono stati trovati resti umani. Nel maggio 2021, i leader della British Columbia First Nation hanno annunciato la scoperta di una fossa comune di 200 bambini indigeni tramite radar a penetrazione del suolo in una scuola residenziale nella Columbia Britannica. Il radar ha rilevato “anomalie” nel terreno, ma nessuna prova della presenza di reali resti umani. In un commento sul Telegraph, Jordan Peterson definisce il suo paese un “pericoloso esperimento sociale” e “la prima linea dell’ondata di follia che minaccia di sommergere l’intero mondo occidentale. Il Canada si presenta come una società ‘multiculturale’, fingendo che una tolleranza senza cervello – in realtà, una gentilezza senza spina dorsale – costituisca la strada verso la pace e la tranquillità, dimenticando completamente che il troppo multiculturalismo spesso alimenta disordini. Ma cos’è un paese senza un’identità centrale? Senza scopo, e quindi ansioso e senza speranza; peggio ancora, incline al dominio delle idee frazionate che lotteranno necessariamente per il centro in assenza del centro che, in un modo o nell’altro, dovrà essere stabilito”.
Si racconta fra l’altro la vicenda umana del canadese di 23 anni Kiano Vafaeian, depresso e disoccupato, con il diabete e che ha perso la vista da un occhio. La sua eutanasia è stata approvata e programmata per il 22 settembre 2022. Il medico che doveva eseguire la “procedura” ha inviato a Vafaeian istruzioni chiare: “Per favore, arrivi alle 8.30. Inizierò la procedura alle 9.00. Sarà completata pochi minuti dopo l’inizio”. Vafaeian avrebbe potuto portare con sé un cane, “a patto che qualcuno sia presente per prendersene cura”. “Il Canada è un monito per l’Occidente” conclude il reporter del Telegraph.
(Traduzione di Giulio Meotti)