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Mathieu Bock-Côté: “Il maschio bianco eterosessuale è lo zerbino teorico della nostra epoca”

Il sociologo e saggista quebecchese spiega sul Figaro che è sulle spoglie del maschio che si deve costruire il futuro radioso 

Un libro, in questo momento, beneficia di un trattamento mediatico eccezionale nella stampa di sinistra: ‘Reinventer l’amour’, di Mona Cholllet” spiega Mathieu Bock-Côté. “Quest’ultimo pretende di decifrare l’influenza del patriarcato sull’amore eterosessuale, che sarebbe strutturato come un sistema di sfruttamento generalizzato delle donne. Per riprendere una formula di Chollet che ha colpito l’immaginazione di Libération, ‘l’attuale modello dell’amore eterosessuale funziona soltanto se le donne stanno zitte’. La formula vuole essere definitiva. Ma è alquanto caricaturale, e sembra dimenticare che nelle coppie ordinarie ognuno a sua volta può arrivare a ‘stare zitto’. Ma questa sfumatura gli sfugge. Bisognerebbe, ci dice Chollet, reinventare l’amore eterosessuale, per decostruire i processi di socializzazione che spingono l’uomo a sottomettere la propria compagna e quest’ultima a sottomettersi: i primi disinvestendo nella coppia, la seconda ipnotizzata dall’ideale del guscio coniugale. Ecco qui una lettura paranoica dei rapporti intimi.

  

All’Obs, Chollet ha confessato di vedere ‘già qualche reazioni negativa’ perché ‘non condanna d’ufficio l’eterosessualità’. Sarebbe troppo moderata perché non la congeda una volta per tutte. Il fatto di sentire il bisogno di tenere conto di questa critica è rivelatore dell’ambiente ideologico in cui si sviluppa. Sembra dunque giunta l’ora di una guerra aperta contro l’eterosessualità, ultimo bastione del pensiero reazionario. Possiamo immaginare per un solo istante la sorte che verrebbe riservata a un intellettuale che affronta in questo modo l’omosessualità? Potremmo riformulare il tutto: Mona Chollet ci propone di pensare l’amore ai tempi del ‘Wokistan’. Il maschio bianco eterosessuale è lo zerbino teorico della nostra epoca. E’ sulle sue spoglie che si deve costruire il futuro radioso. Chollet afferma che bisogna considerare quelli che definisce i ‘narcisisti perversi’ i ‘figli sani del patriarcato’. Detto in altri termini, la socializzazione degli uomini ordinari li trasformerebbe in mostri. Solo se si staccassero dalla loro mascolinità tossica potrebbero avere delle relazioni amorose legittime e dei partner egualitari.

  

Ma cosa facciamo del desiderio tra i sessi? Non è forse naturale, anche se la sua simbolizzazione varia da una cultura all’altra? Certo che no. Sarebbe solo una mistificazione destinata a legittimare un rapporto di dominazione patriarcale. I misteri dell’amore, la difficoltà che hanno gli uomini e le donne a capirsi, o quantomeno a capirsi totalmente, non sarebbero inestricabilmente legati alla condizione umana, ma a un sistema di produzione dei rapporti amorosi che consacra la dominazione di un sesso sull’altro. Ancora una volta, la decostruzione diventa l’orizzonte insuperabile dell’intelligenza. Siamo consapevoli dell’importanza, per il neofemminismo, del riferimento all’‘influenza’, apparentata alla ‘cultura dello stupro’. Fino a pochissimo tempo fa, ‘l’influenza’ era l’altro nome del rapporto amoroso. Un uomo ipnotizzato da una donna che desidera è ‘sotto la sua influenza’, e colei che si trova nella medesima situazione può dire la stessa cosa. Non esiste e non può esistere una purezza del desiderio, il che non vuol dire che non ci sia una sincerità dell’amore. Colui che saprebbe esattamente il motivo per cui desidera una donna non la desidererebbe più probabilmente. E’ vero anche il contrario. La trasparenza assoluta dei sentimenti annuncia il loro inevitabile prosciugamento. Ma la fantasia californiana di una contrattualizzazione dei rapporti amorosi inizia a insediarsi. I tormenti dell’anima sono assai poco presenti. Si entra così nel cuore della radicalità del neofemminismo, che vuole politicizzare tutto. Per il neofemmenismo, il mondo è soltanto un rapporto di dominazione.

  

La letteratura, che racconta un altro mondo, dove la vita sfugge ai concetti, come scrive Finkielkraut, viene piallata, i suoi personaggi iconici vengono capovolti, ed Emma Bovary viene sacrificata. Bisogna ridefinire tutto fino ai codici della sessualità. Nel dossier di Libération consacrato al patriarcato secondo la visione di Chollet, una giovane donna esterna così il suo desiderio di ‘lasciarsi alle spalle una visione fallocentrica della sessualità’. Per citarla con esattezza, ‘spesso, si va a letto assieme senza penetrazione’. Alcuni uomini impegnati in un percorso autocritico aderiscono a questa nuova proposta, convinti di contribuire alla decostruzione di rapporti viziati tra i sessi. La rivoluzione femminista colpevolizza gli amanti che si uniscono senza ideologizzare le loro piroette notturne o pomeridiane”. 

(Traduzione di Mauro Zanon)

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