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Troll, Hate Speech e Fake News: saranno il nostro futuro?

Pierguido Iezzi

L'attacco Twitter al Presidente della Repubblica ha portato alla ribalta le parole di Troll, Hate Speech e Fake news. Cerchiamo di comprendere al meglio di cosa stiamo parlando, facendo un po’ d'ordine tra tutti questi concetti

In questi giorni, sulle principali testate giornalistiche, sono numerose le notizie che imperversano raccontando l’attacco Troll via Twitter contro il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la messa al bando dalle piattaforme social di Alex Jones, il Troll Complottista creatore di tante e fantomatiche Fake News.

 

Tutto ciò ha comportato l’apertura di un’indagine al fine di scoprire chi si nasconde dietro questa spietata azione. I reati che potrebbero essere contestati all’autore sono molteplici e si estendono dall’ipotesi di attentato alla libertà del Presidente della Repubblica, all'offesa dell'onore e prestigio del Capo dello Stato fino a spingersi a quello di sostituzione di persona. Non è dunque una scoperta che Twitter, dopo questo episodio, sia stato messo alla gogna.

 

L'Italia sta cominciando a scoprire il mondo dell’Hate Speech contestualmente alla forza subdola dei social. In realtà i Troll esistono da sempre nel mondo Internet e nei social network e trattasi di uno strumento potente, pericoloso e devastante che, per tal motivo, è diventato oggetto di attenzione e di preoccupazione, soprattutto da quando è nato il caso del Russiangate.

   

E' un Peccato!

È un peccato, però, essersi accorti di questo fenomeno solo adesso, nonostante gli evidenti segnali e le segnalazioni che si sono susseguiti nel corso del tempo.

 

È un peccato che il “problema” sia stato messo in discussione solo adesso.

 

È un peccato che solo adesso si comprenda che Troll, Fake News, Hate Speech sono tutti figli di un’unica matrice e di un’unica radice. Figli di una devianza che è stata usata e abusata da tanti contro pochi: dai personaggi famosi fino alle persone comuni.

 

È un peccato che questi comportamenti anormali e abnormi abbiano assunto le forme e le sostanze più diversificate senza che nessuno abbia mosso un dito. Ne ricordiamo alcuni:

  • Cyberbullismo
  • Cyberstalking
  • Grooming online (adescamento minorile)
  • Sexting (messaggi contenenti testi o immagini di sesso esplicito)
  • Revenge Porn (pubblicazione di immagini e video di sesso senza il consenso della terza parte)

 

È un peccato che solo adesso si sia compreso che questo stesso strumento può essere usato non solo per “aggredire” una singola persona, ma anche per sovvertire l'ordine costituito. Può diventare veramente un mezzo “Politico” e “Terroristico” capace di smuovere masse.

 

Ad accezione dello sdegno pubblico, sono stati registrati pochi interventi soprattutto a tutela e a difesa delle vittime di queste aggressioni gratuite. Ci siamo soffermati ad osservare il dito invece di guardare e studiare la Luna. Cerchiamo quindi ora di comprendere al meglio di cosa stiamo parlando, facendo un po’ d'ordine tra tutti questi concetti.

 

Cosa sono i Troll? 


Un troll è un utente che tramite messaggi/post/commenti pubblicati sui social network o su altre piattaforme di community persegue come principale obiettivo il disturbo. Spesso i contenuti usati sono provocatori, irritanti, senza senso e fuori contesto. Cercare l'interazione con l’altro utente in maniera aggressiva è solo una copertura per permettergli di perseguire il suo reale scopo, molto più subdolo, ovvero quello di aggregare altri internauti contro qualcosa o qualcuno. Questi Troll possono essere utenti reali, utenti fittizi/falsi o ancora account rubati e gestiti da terze parti.

   

Cosa sono gli Hate Speech?
   

L’Hate Speech può essere tradotto in italiano come “incitamento all’odio”. Stiamo di fatto parlando di messaggi, post, commenti che hanno il proposito di esprimere odio e intolleranza verso una terza parte che può incarnare una singola persona come un gruppo. Da un punto di vista giuridico la linea tra libertà di espressione ed offesa/calunnia è estremamente sottile, e di questo i troll ne sono ben consapevoli.

     

Cosa sono le Fake News?
   

Sono le classiche notizie false, ovvero articoli redatti e scritti con informazioni distorte, ingannevoli e inventate. Vengono fatte circolare attraverso mezzi di informazione o social network attraverso backlink costruite ad arte con l’intento di diffondere bufale e disinformare, creare reazioni e/o veicolare l’opinione pubblica. Come è immaginabile, queste FAKE NEWS riescono a diramarsi ed attecchirsi con grande semplicità grazie alla potenza dei social network.

   

Shakeriamo Troll, Hate Speech e Fake News?
    

Dopo questa breve descrizione su cosa sono e cosa fanno i tre elementi del nostro letale digital cocktail, basterà prenderli e shakerarli per bene. Sarà sufficiente che un Troll lanci il suo messaggio di Hate Speech collegandolo ad una Fake News (nel caso in cui mancasse la notizia vera) ed inserirlo all’interno di un social network e poi dovremo solo aspettare che il comportamento sociale umano faccia il suo corso. Con elevata probabilità altri utenti commenteranno supportando il troll mentre altri (di percentuale veramente esigua) condanneranno il messaggio. Quello che accadrà però è che l’Hashtag associato al messaggio (c’è sempre un hashtag) aumenterà in maniera lineare con il numero delle condivisioni di chi approva e rincara la dose e di chi invece condanna e conseguentemente attacca. Con maggiori condivisioni sarà maggiore anche la possibilità per l’hashtag di diventare TOP Hashtag del giorno… e quindi dare ulteriore visibilità.

 

Ovviamente se il Troll volesse avere una maggiore percettibilità, sarà per lui sufficiente creare una serie di profili falsi che verranno utilizzati proprio per ricondividere (reshare) il primo messaggio di Hate speech. Ovviamente se questi profili falsi aggiunti sono stati costruiti con un network mirato di amici sconosciuti dei social network, la forza e potenza dell’operazione aumenterà in maniera esponenziale al numero delle connessioni.

 

Difficile? Assolutamente No!

 

Prenderemo adesso come esempio il caso di Mattarella dove si parla di 400 account falsi (un dato però non ancora confermato e dunque in fase di accertamento). Per meglio comprendere il tutto bisogna tenere in considerazione che un account falso di Twitter in base al numero di followers, immagini/post, anno di registrazione che deve avere, parte da circa 2$ a salire. È sufficiente cercare su un qualsiasi motore di ricerca Buy Twitter Account e avrete a disposizione diversi portali dove acquistarli. A questo aggiungiamo che sono disponibili gratuitamente una serie di tool e software che ti permettono di inviare, in automatico, richieste di connessione/amicizia/follower in base al social network preferito. Si completa in tal senso la parte digital con altri strumenti che permettono il reshare/condivisione automatica dei post indicati.