Capodanno cinese a Milano. Foto LaPresse

Pronti via: la Tsinghua University sbarca in Bovisa. Con il Poli

Mariarosaria Marchesano

Lo sbarco a Milano del più grande polo cinese dell’innovazione e del design, annunciato da tempo, è cosa fatta

Lo sbarco a Milano del più grande polo cinese dell’innovazione e del design, annunciato da tempo, è cosa fatta. I festeggiamenti per il Capodanno cinese hanno riportato in patria per qualche giorno la delegazione della Tsinghua University di Pechino, il più prestigioso ateneo del paese, e della Tus Holdings, gigantesco ecosistema di emanazione statale che investe in ricerca scientifica, nuove tecnologie e start up gettando ponti verso quei paesi che possono contribuire a far avanzare il livello qualitativo dell’industria interna. Ma la delegazione è già sulla via del ritorno e sta per insediarsi stabilmente in Bovisa, ex quartiere manufatturiero e da anni protagonista di una radicale trasformazione trainata soprattutto alla presenza del Politecnico di Milano.

  

E’ via Durando 39 l’indirizzo scelto dai cinesi, un progetto arrivato a un punto di svolta: la Tus Holding, infatti, ha rilevato il complesso immobiliare (in tutto 22 mila metri quadrati) da Marco Tursini, l’imprenditore che dieci anni fa ha avuto l’intuizione di investire insieme con altri soci in quest’area affidandone la realizzazione all’architetto Francesco Mendini. Avverrà nei prossimi giorni la costituzione davanti al notaio di una nuova società di servizi (sarà scelto un nome inglese ma che evoca la creatività e lo stile italiano) che vedrà la Tus Holding azionista al 60% e la Fondazione Politecnico di Milano al 40%. Artefice di quest’alleanza strategica, che si inquadra nei nuovi rapporti bilaterali Italia-Cina sigillati lo scorso febbraio da Sergio Mattarella e dal suo omologo Xi Jinping, è Giuliano Noci, pro-rettore del Politecnico con delega al polo dell’innovazione cinese (probabilmente unico caso in Europa di questo genere): “Siamo arrivati alla fine di un lungo percorso che ha visto il Politecnico puntare già 15 anni fa sulla Cina come partner di riferimento internazionale”, racconta Noci, “abbiamo maturato solide relazioni con le massime istituzioni di quel paese che oggi sceglie Milano, e non Londra o Parigi, come base per la sua piattaforma strategica che avrà due obiettivi: favorire progetti di partnership tecnologica tra imprese italiane e cinesi e trasformare Milano in hub europeo degli investimenti cinesi in questo settore”. Il vasto complesso nascerà proprio a ridosso di Polihub, l’incubatore del Politecnico gestito dalla Fondazione, dove gli spazi già esistenti verranno presto allestiti, visto che il debutto potrebbe avvenire già durante la Milano Design Week di metà aprile. Nel polo di Bovisatech sono previste attività di formazione post-laurea rivolta anche a manager di aziende a proprietà cinese, a cui si aggiungono partnership nell’area del trasferimento tecnologico per agevolare lo sviluppo di progetti di collaborazione tra imprese italiane e cinesi, così come la promozione di start up grazie al coinvolgimento degli incubatori dei due atenei: Polihub e TusStar (controllato dalla Tus Holding).

  

Ma che cosa ci guadagna l’Italia a trasferire ai cinesi le sue conoscenze in campo tecnologico? Finora il nostro paese ha potuto almeno vantare una certa supremazia nell’ideazione e progettazione, giustificando così costi di produzione ben più elevati. “Capisco la domanda, ma questo punto di vista è da capovolgere”, risponde Noci. “E’ una grande opportunità per le imprese italiane affiancare partner cinesi trovando nuove risorse finanziarie e nuovi mercati. La Germania, molto prima di noi, ha percorso questa stessa strada, investendo in formazione e oggi la Cina è il primo partner commerciale dei tedeschi”.

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