Archeologi al lavoro alla domus del comandante, scoperta durante gli scavi della metro C a Roma

Le nostre eccellenze del Passato

Redazione

Ok. Ottimo il risultato della Sapienza, ma ora guardiamo al Futuro

Secondo la QS World University Rankings, classifica pubblicata ogni anno da Quacquarelli Symonds, l’Università La Sapienza di Roma è il miglior ateneo al mondo in Scienze dell’Antichità. La classifica mette anche al quinto posto il Politecnico di Milano per quanto riguarda il design e l’Università Bocconi al decimo per il business. Ieri il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha scritto su Twitter di essere “Orgoglioso come romano e come ex alunno” per il risultato della Sapienza, e lo siamo tutti, naturalmente, ma la classifica offre anche la possibilità per una riflessione.

 

Nel ranking generale, nei primi venticinque posti, non c’è nemmeno un ateneo italiano. I primi quattro sono occupati da college americani (Mit, Stanford, Harvard, California Institute of Technology) e tutti e quattro sono l’eccellenza nel campo della tecnologia (oltre ad esserlo, ad esempio Stanford, anche nell’umanistica: le cose non si escludono). Il fatto che a Roma ci sia l’ateneo più quotato sulle Scienze dell’Antichità rispecchia però lo stato della Capitale, e dell’Italia: siamo bravissimi ad argomentare il passato, ma il mondo ormai si muove verso un’altra direzione – lo studio del futuro, le scienze tecnologiche. Non che in Italia non esista qualche eccellenza di questo tipo: il problema è che da noi, ancora, le università si considerano cittadelle del sapere “chiuse” nell’accademia, hanno paura ad aprirsi al mondo, al rapporto con l’industria, i privati. Oltre ad essere orgogliosi del nostro passato, è ora di investire di più anche sul (nostro) Futuro.