Foto LaPresse

"Milano: la nuova Londra dopo Brexit" (senza interrogativo). A Londra. Un convegno

Cristina Marconi

Storie di gente che si sta già trasferendo verso una città dove le case costano la metà, le scuole internazionali abbondano e dove volendo si può andare al lavoro a piedi

Londra. Dai rubinetti alla finanza, è una Lombardia in grande spolvero quella che lunedì 17 si riunisce all’ambasciata italiana nel Regno Unito per un convegno dal titolo “Milano: la nuova Londra dopo la Brexit”, senza neppure il punto interrogativo. Sottotitolo: “Misure attrattive dell’Italia per generare valore e business per l’individuo e per l’impresa”, e più per quest’ultima in realtà, visto che se ne sentono tante di storie di gente che si sta già trasferendo verso una città dove le case costano la metà, le scuole internazionali abbondano e dove volendo si può andare al lavoro a piedi. Insieme all’ambasciatore Pasquale Terracciano saranno il presidente della Commissione Finanze della Camera, Maurizio Bernardo, e Stefano Loconte, dello studio legale Loconte&Partners, per parlare del lato normativo che il governo sta curando per rendere ancora più attraente una città che ha il vento in poppa e far sì che diventi, se non alternativa, almeno complementare rispetto al colosso britannico ferito dai colpi del terrorismo – pure George Clooney, tutto premuroso, ha detto che porta via moglie e figli da un paese troppo insicuro – e da una ferita autoinflitta come la Brexit, con la grande instabilità politica che si sta portando appresso.

 

Se Londra non fa più sognare, resta solo quello che ha detto il direttore di Samsung Europa, Felix Petersen, ossia che “non è una città divertente a meno che non sei veramente ricco” e che in posti come Berlino, scelta dall’azienda per il nuovo quartier generale europeo, “ci sono zone ancora non commerciali”, puoi “girare in bici o startene in un parco” crescendo figli a costi ragionevoli. Alla prospettiva che illustrerà Antonello Sanna, l’amministratore delegato di SCM Sim, si aggiungeranno la voce di Eusebio Gualino, ad di Gessi, società leader nel settore dell’arredobagno e del private welfare, e quella di Aldo Bonomi, presidente di Rubinetterie Bresciane Bonomi ed ex vicepresidente di Confindustria. Al di là dell’Agenzia europea del farmaco, che Milano punta ad accogliere, la città non sta con le mani in mano e fa sistema. Partendo da Londra.

Di più su questi argomenti: