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Il talento del Politecnico per cambiare vita alle periferie

Daniele Bonecchi

L'operazione Off Campus, ossia luoghi aperti al pubblico in cui si rende visibile, accessibile e utilizzabile la conoscenza prodotta in ateneo, condividendola con i cittadini

Perché Milano non è solo la City life delle archistar, popolata da manager e vip formato Ferragnez. Con questa idea in testa il Politecnico di Milano ha avviato da tempo l’operazione Off Campus, un cantiere nelle periferie della città. Una iniziativa che si ricollega al programma di responsabilità sociale del Politecnico di Milano Polisocial. Queste strutture si occupano di dinamiche sociali e urbane, specifiche dei contesti in cui si trovano, rappresentano le “antenne” dell’università nella città: luoghi aperti al pubblico in cui si rende visibile, accessibile e utilizzabile la conoscenza prodotta in ateneo, condividendola con i cittadini.

Per capire a cosa servono gli Off Campus, basta percorrere il dedalo di strade attorno a viale Monza, per trovare tante spine ma anche terreno fertile. Come il micro asilo Casa Atelier, “uno spazio e un tempo dedicato a bambini e bambine da 4 mesi a 6 anni” (perché le strutture pubbliche non bastano mai), oppure la libreria con bistrot Anarres, in via Crespi, dove si danno convegno giovani e anziani del quartiere, proprio dietro il mercato comunale che ospita la sede dell’Off Campus Nolo, di viale Monza, in una realtà dalle mille facce. Collocato all'interno del mercato comunale coperto di viale Monza 54, nato nel 2020 dalla collaborazione tra il Comune di Milano e l’Università, in questi tre anni, ha permesso a docenti, ricercatori e studenti dell’ateneo insieme agli abitanti e alle associazioni della zona, di sviluppare attività di didattica innovativa, di ricerca responsabile e co-progettazione a favore della collettività e dello sviluppo del quartiere. Off Campus Nolo si occupa di spazi pubblici, servizi alla persona, circolarità (spreco alimentare, fine vita prodotti in plastica) e non-umano (elementi naturali del quartiere) accompagnando una progettualità più vicina alle persone.

“Dal 2019 abbiamo deciso come Politecnico di uscire dai campus tradizionali – racconta al Foglio Davide Fassi, coordinatore del Polimi DESIS Lab – per portare le nostre realtà dell’architettura, dell’ingegneria, direttamente sul territorio. Per avere dei presidi direttamente nei quartieri periferici. Siamo presenti in quattro realtà: al Nolo. Al parco Trotter ci sono 30 nazionalità diverse di bambini che frequentano le scuole elementari. Nella fase post pandemica abbiamo lavorato nella trasformazione di 250 metri quadri di parcheggi in spazi per la socialità. Abbiamo sfruttato la nostra presenza in un mercato comunale per lavorare anche col cibo al progetto ‘sospesa’ sia nel distribuire alimenti alle famiglie bisognose, che puntando al recupero del cibo in eccedenza”.

Il Politecnico ha accettato la sfida del quartiere più “difficile” della città, San Siro. “L’Off campus è proprio nel cuore delle case popolari Aler – spiega Fassi – e lavora molto con le categorie vulnerabili. Abbiamo aperto anche uno sportello legale con l’università Bocconi, con un servizio di consulenza  gratuita a chi ne ha bisogno”. Per contrastare la piaga delle occupazioni abusive anche di alloggi regolarmente assegnati. In attesa che il progetto del mercato comunale, appena assegnato a una onlus, decolli. “Stiamo lavorando anche sull’utilizzo dei cortili interni alle case, dove, oltre a qualche occasione d’intrattenimento organizziamo corsi gratuiti per i più giovani con le associazioni studentesche”. E infatti il tema dell’abbandono scolastico per i più giovani è drammatico, perché contribuisce alla crescita dell’emarginazione dei ragazzi che faticano a trovare una propria dimensione nel tessuto sociale. Il modello per  molti adolescenti è il rapper Shiva, che ha preso a pistolettate i ragazzi di un’altra banda che l’avevano aggredito.

E a proposito di recupero alla socialità, una terza struttura del PoliMi è all’interno del carcere di San Vittore. L’ultimo progetto realizzato, in ordine di tempo, si trova in una cascina a Nosedo, tra il quartiere Corvetto e l’abbazia di Chiaravalle. Qui si lavora, attraverso laboratori didattici, tirocini e tesi di laurea, senza dimenticare (con la vicinanza del parco Sud) le filiere agri-food. La cascina che ospita l’Off Campus è anche sede di progetti per sviluppare attività di design di servizi per il territorio, in un’ottica di promozione delle pratiche sostenibili. Il Poli anche se ha raggiunto la vetta delle università mondiali, mantiene vive le radici nella sua città: è per questo che ha deciso di crescere anche in periferia.

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