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In Lombardia, Cappato è un grattacapo per tutti. Intanto Formigoni pensa al ritorno in politica

Fabio Massa

I mugugni nel Pd per la scelta di sostenere il radicale alle suppletive e i timori di Forza Italia per un seggio che sembra blindato. Ma con un'affluenza bassa tutto può succedere. Nel frattempo anche si comincia a ragionare delle candidature per Bruxelles. E anche l'ex presidente della regione potrebbe essere della corsa

OCCHIO A CAPPATO - Guardia alta, passo lungo e ben disteso. I colonnelli azzurri si girano via whatsapp gli articoli di stampa locali che raccontano di un collegio senatoriale, quello di Monza, dove i sindaci dem si oppongono alla segreteria nazionale dem che ha scelto di convergere su Marco Cappato. Un po’ gongolano, un po’ no. Perché la verità è che sanno benissimo che alle urne il centrosinistra si compatterà per provare a mettere in difficoltà Adriano Galliani. Il quale, sia detto senza indugi, è dato per ultrafavorito. Ma quando l’affluenza è bassa (e in Brianza in ottobre potrebbe essere bassissima), ogni cosa può succedere. Ma Antonio Tajani non si può permettere di perdere il seggio che fu di Silvio Berlusconi. Quindi tutti pancia a terra e evitare il disastro.

CAPPA E SPADA - In effetti la vicenda monzese sta facendo tanto gioco a chi, anche a Milano, nella compagine di Elly Schlein, conduce una battaglia per fare primarie sempre e per tutto. La linea politica è la seguente. Premesso che per il Parlamento ogni volta Milano viene umiliata (per esempio, con la mancata candidatura di Pierfrancesco Maran). Premesso che per le Regionali non si è trovata la “soluzione logistica” per fare le primarie. Premesso che per le suppletive di Monza non si è trovato il tempo di fare le primarie. Che cosa succederà con il sindaco di Milano tra qualche anno? Chi e dove si deciderà il possibile successore di Beppe Sala? Anche là non si troverà tempo e modo?

FATAL EUROPA - Pare impossibile che gli azzurri non superino il 4 per cento dei voti necessari per eleggere i propri rappresentanti al Parlamento europeo. Tuttavia per il nord non è una questione da poco la percentuale che verrà conquistata. I sondaggi interni a FI raccontano di una situazione nel settentrione assai diversa dalle enclave azzurre del sud Italia. Dopo la scomparsa del leader Silvio Berlusconi la situazione è anche peggiorata. Che cosa succederà – si chiedono preoccupati i colonnelli azzurri – se pure si dovesse passare agevolmente lo sbarramento, ma i voti al nord dovessero essere davvero esigui? Avrà un effetto ulteriore sui pesi della coalizione che governa in Regione Lombardia e sulle nomine future?

CHI SI SCALDA, CHI SI BRUCIA - Nelle segrete stanze si dà per certo che i due candidati alle europee per Forza Italia saranno Lara Comi e Massimiliano Salini. Si vocifera, ma potrebbero essere solo rumors poi smentiti dai fatti, che dietro le quinte stia lavorando per tornare anche Paolo Romani, già ministro e senatore. Ai tempi litigò furiosamente con Berlusconi: che le porte adesso possano riaprirsi? Pare che uno spiraglio ci sia anche per Angelo Ciocca, europarlamentare leghista. Lui è sicuro che Matteo Salvini rispetterà la parola data e lo candiderà: la dote di voti di preferenza che porta è preziosissima, infatti. Ma se non dovesse farlo c’è chi lo accoglierebbe a braccia aperte.

TORNA O NON TORNA - Tornerà o non tornerà in campo Roberto Formigoni? Risultano tutta una serie di chiamate, di interlocuzioni, di consigli, pranzi caffè e spuntini con il grande vecchio della politica centrista. Che lui abbia voglia di tornare a fare politica attiva, una volta che sarà finita la condanna, nei primi mesi del prossimo anno, pare cosa certa. Era stato corteggiato a lungo da Fratelli d’Italia, anche se lui aveva risposto: no grazie, a mezzo stampa. Poi, ieri, intervistato dal giornale online True, non l’ha escluso. Potrebbe essere nell’obiettivo degli azzurri? E lui sarebbe disponibile?

PRIMI DEGLI ELETTI - Buona parte del partito Fratelli d’Italia è impressionato dall’avanzata di Mario Mantovani. Macina terreno come pochi, e va avanti per la sua strada con una autonomia che per alcuni eletti della prima ora risulta inconsueta (e a volte fastidiosa). L’ex vicepresidente di Regione Lombardia gioca a tutto campo, con l’obiettivo dichiarato di correre alle elezioni europee. Chissà se riuscirà ad arrivare primo, oppure se dovrà arrendersi alla forza di Carlo Fidanza, da sempre cavallo di razza di Fratelli d’Italia.


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