"Sulle riforme della giustizia siamo alle rifiniture finali", dice il viceministro Sisto

Ermes Antonucci

Le riforme promesse dal Guardasigilli Carlo Nordio ancora non si vedono, ma il vice Francesco Paolo Sisto rassicura: "Nella prima metà di giugno andremo al Consiglio dei ministri". Verso modifiche su abuso d'ufficio, intercettazioni e misure cautelari

Anche il mese di maggio è terminato e della tanto annunciata riforma della giustizia non c’è traccia. “Entro maggio presenteremo il primo pacchetto di riforme, in senso garantista”, aveva detto il ministro Carlo Nordio a marzo. Il “pacchetto” avrebbe dovuto comprendere interventi mirati su abuso d’ufficio, traffico di influenze illecite, prescrizione, intercettazioni, custodia cautelare, appellabilità delle sentenze di assoluzione. Agli inizi di maggio, non vedendo arrivare neanche una sola bozza dei provvedimenti annunciati, il buon senso ha indotto a spostare idealmente la scadenza alla fine del mese. Anche maggio è finito, però, e nulla è arrivato, segno che c’è qualcosa, nello scadenzario immaginato da Nordio, che non sta funzionando. Colpa delle tensioni interne ai partiti di maggioranza su alcune questioni chiave, ma soprattutto del peso giocato dai magistrati collocati fuori ruolo al ministero.  

 

Arrivato a Via Arenula, come abbiamo già raccontato su queste pagine, Nordio ha fatto piazza pulita delle toghe di sinistra che occupavano le posizioni di potere. Subito dopo, però, le ha sostituite con altri magistrati, seppur di area  conservatrice: Alberto Rizzo e Giusi Bartolozzi (capo e vicecapo di gabinetto), Antonio Mura (capo dell’ufficio legislativo), Giovanni Russo (capo del dipartimento dell’amministrazione penitenziario), Luigi Birritteri (capo del Dipartimento degli affari di giustizia), e via discorrendo.

 

E’ proprio Bartolozzi, deputata di Forza Italia nella passata legislatura, a svolgere il ruolo di primo piano nelle dinamiche ministeriali. A esercitare, in altre parole, un grande ascendente sul Guardasigilli. Tanto da essere definita da diverse voci la “zarina” di Via Arenula. Non solo. Chi è solito frequentare i corridoi del ministero riferisce di non aver mai percepito, addirittura neanche ai tempi di Bonafede, una tale influenza sul Guardasigilli da parte dei magistrati distaccati.  

 

Un altro fronte delicato è rappresentato dai delicati equilibri tra le forze di maggioranza. Mentre Forza Italia si è sempre schierata al fianco delle proposte di riforma di Nordio, Lega e Fratelli d’Italia hanno mostrato in alcuni casi una certa insofferenza alle idee – ritenute drastiche – del ministro (entrambi i partiti intendono tutelare la propria immagine securitaria).

 

Così, non si è ancora compreso se fra i partiti della maggioranza sia stata effettivamente raggiunta un’intesa sui temi che dovrebbero dar forma al primo “pacchetto” di riforme: abuso d’ufficio (da abolire o da modificare?), prescrizione (si torna alla cosiddetta “riforma Orlando”?), misure cautelari (è fattibile e soprattutto conviene in ottica garantista attribuire a un organo collegiale il potere di adottare i provvedimenti restrittivi della libertà dei cittadini?), intercettazioni (cosa si intende, nella sostanza, garantire la privacy dei soggetti terzi?). E se questa è la situazione ora, Dio solo sa cosa accadrà quando sul tavolo saranno affrontate le riforme costituzionali, come la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri, e la modifica del principio di obbligatorietà dell’azione penale. Senza dimenticare che è stato rinviato al 31 dicembre il termine per emanare i decreti attuativi della riforma Cartabia sul Csm e sull’ordinamento giudiziario.

 

Interpellato dal Foglio su questa situazione, il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, rassicura: “Siamo alle ultime rifiniture legislative prima di approdare al Consiglio dei ministri”. “La fase di scelta dei provvedimenti è compiuta – aggiunge – In queste ore semplicemente si sta verificando la completezza dei richiami normativi: si sta svolgendo il necessario lavoro di drafting per calare le norme nel sistema legislativo. Nella prima metà di giugno andremo al Consiglio dei ministri, poi si svolgerà il percorso parlamentare”, conclude Sisto.