giustizia

Abuso d'ufficio da abolire o da modificare? La questione resta aperta

Ermes Antonucci

La Lega apre all'ipotesi di cancellazione del reato di abuso d'ufficio proposta dal Guardasigilli Carlo Nordio. Decisione che, secondo i magistrati auditi in commissione Giustizia alla Camera, metterebbe l'Italia contro il diritto internazionale

Continua ad apparire impervia la strada delle riforme della giustizia, in particolare dell’abuso d’ufficio. Nella serata di giovedì la senatrice Giulia Bongiorno, responsabile giustizia della Lega, ha fatto sapere di aver tenuto una riunione con il Guardasigilli Carlo Nordio e il sottosegretario Andrea Ostellari. “La Lega – ha detto Bongiorno – è favorevole all’adozione di una serie di misure garantiste tra le quali trovano spazio anche quelle cautelari oggetto del referendum, quelle sull’appello e sulle intercettazioni. Via libera anche alle scelte sul reato di abuso di ufficio, alla luce dell’intenzione del ministro di rivisitare l’intera materia dei reati contro la pubblica amministrazione”. La vaghezza dell’ultima frase ha permesso a diversi quotidiani di parlare di un via libera della Lega alla proposta di cancellazione del reato di abuso d’ufficio, quando in realtà la senatrice Bongiorno si è limitata soltanto a fare riferimento alle “scelte sul reato di abuso di ufficio”. Scelte che dalle parti di Via Arenula non sono ancora state ben definite: se il ministro Nordio si è sempre detto favorevole a una abolizione dell’abuso d’ufficio, con il sostegno di Forza Italia, diversa è la posizione di Lega e Fratelli d’Italia, preoccupate dell’effetto nefasto che il reato produce sulla vita degli amministratori locali (la cosiddetta “paura della firma”), ma anche del rischio di passare come “difensori della casta” agli occhi dell’opinione pubblica e di scatenare la protesta della magistratura associata. 

 

Non hanno aiutato a diradare la nebbia le audizioni svolte ieri dalla commissione Giustizia della Camera attorno alla riforma dell’abuso d’ufficio. Il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo non ha negato i numeri – impressionanti – legati a questa fattispecie di reato: “L’85 per cento delle denunce viene archiviato dai pm. Le condanne nel 2021 sono solo 18. Anche le denunce sono significativamente diminuite tra il 2020 e il 2021”. Secondo Melillo, però, “il venir meno della possibilità di sanzionare condotte abusive rappresenterebbe un vulnus agli obblighi internazionali sottoscritti dall’Italia in tema di corruzione con la convenzione di Strasburgo”. Il procuratore nazionale antimafia ha anche invitato la politica a svolgere una riflessione su un dato: gli amministratori che lamentano “la paura della firma” sono quelli che governano. “Quelli che invece passano all’opposizione sono spesso i promotori delle denunce che sollecitano l’intervento del giudice”. Tradotto: dietro lo strapotere dei pubblici ministeri c’è sempre la resa della politica o l’uso strumentale della giustizia da parte di alcune forze politiche.

 

Ancora più netta è stata la posizione espressa in commissione Giustizia da Danilo Ceccarelli, vicecapo della procura europea: “L’abrogazione tout court dell’abuso d’ufficio non sarebbe conforme alla normativa internazionale ed europea”, ha detto, aggiungendo che questa fattispecie di reato “esiste in venti dei ventidue stati” che aderiscono alla procura europea. L’abolizione del reato andrebbe anche nella direzione opposta a quella indicata dalla Commissione europea a inizio mese nella proposta di direttiva sulla lotta alla corruzione. 

 

Queste affermazioni sono apparse come un invito a nozze per il Movimento 5 stelle, che in una nota ha attaccato la maggioranza: “Anche oggi, nel corso delle audizioni in commissione Giustizia alla Camera, arrivano sonore bocciature per i progetti del governo e della maggioranza che intendono abolire o smantellare l’abuso d’ufficio”. Anche per la responsabile giustizia del Pd, Debora Serracchiani, “governo e maggioranza hanno il dovere di prestare grande attenzione alle parole del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo e di altri giuristi ascoltati in commissione Giustizia sulle ipotesi di depotenziare o cancellare il reato di abuso d’ufficio”.

 

Così, anche ieri l’abolizione dell’abuso d’ufficio è apparsa come un’opzione difficile da perseguire. A meno di sorprese da parte del ministro della Giustizia.